Lazio, mercato nero e quotazioni super per il granchio blu “terrore del Mediterraneo”

Questa pregiata e voracissima specie di granchio, vero terrore degli ambientalisti e dei pescatori per la sua capacità di danneggiare l'ecosistema e la fauna ittica, viene venduto a peso d'oro nel mercato illegale

Granchio blu, nasce a Sabaudia un osservatorio sul fenomeno

Sta impazzando, nelle coste laziali e non solo, la caccia al pregiato e voracissimo granchio blu, una specie rara e dal colore inconfondibile che è apprezzata dagli amanti dei prodotti ittici d’elite, per il suo sapore eccezionalmente gustoso.

Questa pregiata e voracissima specie di granchio, vero terrore degli ambientalisti e dei pescatori per la sua capacità di danneggiare l’ecosistema e la fauna ittica, viene venduto a peso d’oro nel mercato illegale

Da circa 4-5 anni i granchi blu, a tutti gli effetti considerato “pescato d’elite”, popolano il litorale della regione Lazio e allo stesso tempo spaventano gli ambientalisti perchè sono un vero e proprio danno per le speci native del Mediterrano e per l’ecosistema marino, che, venduto nel circuito del mercato illegale dai pescatori di frodo, fruttano un business da capogiro.

Si attende da parte dell’Esecutivo l’eventuale “semaforo verde” per la commercializzazione legale dei granchi blu in Italia.

Si tratta di un tipo di granchio originario delle coste dell’Oceano Atlantico, come l’ Argentina, mentre nel Mediterraneo è considerato tuttora come una specie “aliena”, ovvero non tipica dei nostri mari.

Apprezzato per la sua prelibatezza, nel corso del tempo, per via degli spostamenti marittimi e dei cambiamenti climatici, questa specie è arrivata anche nel Mar Mediterraneo e attualmente rappresenta un problema gigantesco perchè va a colpire e si ciba della fauna marittima locale.

Molto temuto perchè in grado di danneggiare gravemente i letti di alghe che sono i veri vivai dei pesci locali, si ciba di lumache e cozze, falcidiando la fauna dei mari nei quali si trova.

Non solo mari, ma anche stagni e lagune sono popolati di granchi blu, che rischiano di dimezzare la produzione di cibo ittico italiano, e per questo motivo si richiedono misure legali urgenti per proteggere le aziende del ramo pesca, dato che per queste imprese il granchio  blu costituisce un elemento capace di distruggere fatturati interi, danneggiando anche le attrezzature dei pescatori e, più in generale, il turismo italiano.

Si cercherà dunque di ridurre il numero dei granchi blu tramite campagne di pesca ad hoc e di occuparsi a livello governativo del loro smaltimento, operazione che attulamente gira sull’euro al chilo e sono cifre importantissime dato che in 1 ora si possono catturare anche 3 quintali di granchi blu, per un business illegale, che fatte le debite proporzioni, risulta essere enorme.

Viene calcolato che per catturare e smaltire correttamente questa specie, i pescatori mediamente spendono circa 100mila euro al giorno, con l’obiettivo di proteggere le loro produzioni.

Vengono richiesti al Governo provvedimenti in merito, a medio-lungo termine, ad esempio costituendo un fondo specifico per sorreggere e sostenere i costi dello smaltimento di questa tipologia di granchi dato che ora, tutte queste operazioni gravano solo ed esclusivamente sulle spalle dei pescatori.

Poi si chiede di creare una filiera nuova e dedicata nel comparto della pesca che porti dalla trasformazione al consumo a tavola, nei ristoranti, dei granchi blu, togliendolo dall’economia sommersa.

In un colpo solo in questo modo si proteggerebbero i fatturati dei pescatori, si salverebbero le aziende ittiche e si proteggerebbe l’ambiente e la biodiversità.