Palombara: strada ad alto rischio, i veicoli transitano a un passo dal baratro

Più che un'importante via di collegamento a Palombara c'è una strada simile a un percorso di guerra molto pericoloso per chi l'utilizza

Fino al mese di maggio scorso era una strada, quasi, degna di questo nome. Disseminata di buche, ma in sostanza sicura, si tratta di un’arteria situata nel comune di Palombara Sabina che si è trasformata in una sorta di trappola d’asfalto a cielo aperto. I margini esterni della carreggiata hanno infatti ceduto, a causa di due gigantesche voragini provocate dal cedimento della massicciata, riducendone l’ampiezza e costringendo i veicoli ad avvicinarsi pericolosamente verso la scarpata.

Più che un’importante via di collegamento, a Palombara, c’è una strada simile a un percorso di guerra molto pericoloso per chi l’utilizza

A puntare l’indice contro la situazione di altissimo pericolo che caratterizza la via Maremmana inferiore e la strada statale 636, nel tratto compreso tra l’abitato di Stazzano e il comune di Palombara, è un utente di Fb, preoccupatissimo per le condizioni in cui versa un’arteria di collegamento situata sulle colline della bassa Sabina, e su cui transitano, trattandosi di una zona comunque molto frequentata, anche molti pullman e autoarticolati di notevoli dimensioni.

Da quando i margini esterni del nastro d’asfalto hanno ceduto, l’unico intervento adottato dalle amministrazioni competenti è stato di posizionare delle transenne di alluminio e una rete fluorescente da cantiere a indicare il punto oltre il quale chiunque si dovesse spingere precipiterebbe lungo una ripida discesa. Poi più nulla. Anzi, le barriere fissate a scopo di segnalazione sono mano a mano sparite perché i picchetti per fissarle sulla strada hanno ceduto, mentre le recinzioni colorate sono scivolate al suolo e, soprattutto di notte, non sono più nemmeno visibili.

Le considerazioni che rimbalzano sul web, come di solito accade in questi casi, sono sospese tra l’indignato e il rassegnato. C’è chi si chiede se gli enti che dovrebbero provvedere alla ricostruzione delle porzioni di strada franate attendano una vera e propria tragedia, magari con il morto, per darsi da fare.

Il precipizio è pronto e attende, quanto meno, l’installazione di un cantiere che, in attesa dei lavori di ripristino, tenga i veicoli a una distanza di sicurezza sufficiente a evitare che possa accadere il peggio.

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