Castel Gandolfo, ambulante senegalese strattona e minaccia con cacciavite i carabinieri: arrestato

Sorpreso con diversi articoli in pelle, merce contraffatta imitazione delle migliori marche d'alta moda, il senegalese ha reagito minacciando con un cacciavite e strattonando i carabinieri, tentando la fuga

ARRESTO-CASTEL-GANDOLFO-ROMA-SENEGALESE-PELLAME-57-ANNI-CARABINIERI-3-AGOSTO-2023

A Castel Gandolfo nei giorni scorsi è successo il finimondo durante un controllo da parte dei carabinieri competenti per zona nell’area della zona lacustre, quando un venditore ambulante senegalese di 57 anni che stava esponendo vari articoli in pelle contraffatti, è stato arrestato per aver opposto resistenza al controllo dei militari dell’Arma, minacciandoli brandendo un cacciavite e strattonandoli per aprirsi una via di fuga e rifiutando d’essere identificato.

Sorpreso con diversi articoli in pelle, merce contraffatta imitazione delle migliori marche d’alta moda, il senegalese ha reagito minacciando con un cacciavite e strattonando i carabinieri, tentando la fuga

I carabinieri avevano notato che da tempo il cittadino africano vendeva merce contraffatta, principalmente borse in pelle di fattura illegale, repliche fedeli delle principali griffe di alta moda italiana ed internazionale.

Alla vista degli operanti il 57enne senegalese, già noto alle forze dell’ordine, ha rifiutato d’essere identificato e ha opposto resistenza alle verifiche sul suo conto.

Durante i pattugliamenti sul lungolago gremito in questi giorni d’estate, li ha dapprima strattonati e poi minacciati con un cacciavite.

Contestualmente l’uomo, risultato regolarmente censito e sul territorio italiano, è stato arrestato per resistenza a pubblic ufficiale e denunciato per ricettazione e reati in materia di contraffazione.

La merce in pellame tutta esposta su un telo da parte dell’indagato è stata tutta sequestrata, borse, borselli e borsoni in pelle, imitazioni delle migliori marche, e, se venduta al dettaglio avrebbe fruttato una cifra non inferiore ai 10mila euro.

Ricordiamo sempre che l’indagato è da ritenersi in questi casi, dato l’attuale procedimento delle indagini preliminari, come presunto innocente fino all’eventuale sentenza di condanna definitiva, terminato l’ultimo grado di giudizio, con le prove che si dovranno formare nel corso del processo.

Proprio ieri, 2 agosto, vi abbiamo raccontato di un’altra colossale rissa che è costata l’arresto ad un cittadino somalo che pretendeva di bere il caffè gratis e, al rifiuto del titolare di un bar nel quartiere romano di San Lorenzo, ha fatto pipì davanti al locale, bruciato cumuli di rifiuti presenti nei pressi e picchiato le forze dell’ordine.

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