Ecatombe di bagnanti morti in mare per malori o per la forza delle correnti tra Santa Severa, Torvaianica e Ostia. Nella cittadina lidense polemica aperta per l'assenza di bagnini di salvataggio nelle spiagge libere
Nelle ultime 48 ore ci sono state due morti sempre per persone annegate in mare, e a pochi chilometri di didstanza, e non vanno dimenticati gli eventi della scorsa settimana, con un altro uomo deceduto a Santa Severa, che ha tristemente aperto un trittico di sangue a inondare virtualmente il mare del litorale laziale.
Nella fattispecie, qualche giorno dopo Santa Severa, è stata Torvaianica, suo malgrado, lunedì scorso, ad essere protagonista della drammatica scia di sangue, seguita da Ostia, dove proprio nel pomeriggio di ieri, martedì 4 luglio, c’è stato il terzo e, speriamo ultimo, morto in mare, sempre a causa delle correnti forti o del mare mosso e dove si ravvisa sempre la cronica mancanza di bagnini, per quanto concerne il caso di ostia, dove le operazioni di salvataggio hanno risentito giocoforza dell’assenza di personale di salvataggio in spiaggia.
Ma andando con ordine, mentre vi invitiamo a cliccare sulle parole chiave colorate in arancione, se voleste approfondire i fatti di Santa Severa avvenuti sabato scorso, Primo luglio, subito dopo è stata la volta, due giorni dopo, il 3 luglio, del 47enne Paolo Florio, che risiedeva nel paesino laziale di Gallicano ed è deceduto in acqua alle presenza della moglie e del figlio di 10 anni, che erano con lui in villeggiatura sul litorale sud della nostra Regione.
Fatale è stato in questo caso, nei pressi dell’arenile di via Brema, una forte corrente che ha attirato nelle profondità marina che ha travolto e fatto morire affogato l’uomo, che pure non era stato imprudente, anzi, si era allontanato di appena 50 metri circa.
Qualcosa in ogni caso è andato storto, la moglie del signor Florio voleva entrare in acqua ma una bagnina le ha raccomandato di stare in spiaggia e di non farlo, salvando la mamma e recuperando il figlio di lei che si è aggrappato alla donna esperta di salvataggio e lo ha messo al sicuro, riportandolo dalla madre e impendento che le correnti potessero portarlo al largo.
Salvato il bambino di 10 anni, però, poi subito la bagnina ha notato che invece il signor Florio era già da chissà quanto tempo sott’acqua e stava affogando, poi, quando ancora il bimbo era vicino a lei, ha tirato su anche il 47enne ormai esanime e lo ha trascinato in spiaggia tentando alcune manovre di salvamento praticate immediatamente sul corpo del bagnante, ma davvero non c’era nulla da fare, era troppo tardi.
Ache il personale medico arrivato sul posto ha cercato di salvarlo usando il defibrillatore, ma il 47era di fatto morto.
In base ai primi riscontri Paolo Florio avrebbe avuto un malore già in acqua e poi sarebbe stato trascinato giù dalla corrente e solo l’autopsia potrà stabilire l’esatta sequenza e origine dell’evento.
Andando poi a parlare dell’ultimo morto in ordine di tempo, quello deceduto ieri, nel pomeriggio del 4 luglio, nelle acque della spiaggia libera Senape di Ostia, si tratta di Arnaldo Talevi, 84 anni, che era al mare con la moglie, una donna tedesca, anche lì, appena cinquanta metri in acqua, un malore molto sospetto, forse il caldo, forse altro, e poi un bagnante, il 53enne Enrico Pressa, vede la scena, capisce la drammaticità della situazione e si tuffa in mare con un suo amico, riportando sulla terraferma l’83enne che ormai stava annaspando vistosamente ed era in gravissimo pericolo di vita.
Si chiamano subito i soccorsi in un tourbillon di secondi interminabili, arriva l’Ares, l’Elisoccorso, si tenta il tutto per tutto, ma l’83enne bagnante romano, di fatto, muore pochissimo tempo dopo.
L’uomo viveva da oltre un 20ennio in Germania, dove aveva costruito una catena di ristoranti e amava sempre tornare lì, alla spiaggia Senape della cittadina lidense, per godersi la villeggiatura, il 4 agosto sarebbe stato il suo compleanno e avrebbe spento quindi 84 candeline, ma non sarà purtroppo così.
A Ostia come abbiamo segnalato da mesi, l’emergenza era annunciata per quanto riguardo l’assenza o la carenza di bagnini di salvataggio, soprattutto nelle spiagge libere eppure il morto è arrivato, e adesso si spera che si potrà fare qualcosa per evitare quella che, se queste sono le premesse, nella cittadina lidense si annuncia come l’estate dell'”ecatombe in mare”, se non verrà assunto urgentemente personale qualificato di salvataggio da impiegare nelle spiagge libere della città e con il minisindaco del X Muncipio Mario Falconi che ha espresso il suo cordoglio e affermato che il municipio e il comune di Roma “Hanno offerto il miglior servizio possibile, facendo il massimo per salvare la vita all’uomo”, così come sostenuto anche un anno fa, in occasione di un’altro decesso sempre ad Ostia sempre di un bagnante e sempre nelle acque antistanti la spiaggia Senape.
E non vanno dimenticate le persone che rischiavano di morire, recentemente, in episodi analoghi, nelle spiagge del litorale.
Giusto a inizio del mese scorso, a giugno, un bagnino di salvataggio, a conferma del fatto che d’estate non si possa concepire un arenile privo di questo servizio salvavita, aveva salvato una persona che stava per morire inghiottita dal mare.
Ora, la palla, passa al Comune di Roma che ci auguriamo sappia fare la cosa giusta e in tempi ragionevolmente immediati.
Magari si potrebbe prendere esempio dall’amministrazione comunale di Cerveteri, che alla presenza delle forze dell’ordine e della sua prima cittadina, Elena Gubetti, hanno presentato pochi giorni fa le nuove misure subito in campo per garantire un’estate più sicura ai bagnanti che quest’estate stanno gremendo le spiagge del comune caerite.
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