Roma, sequestrati beni mobili e immobili per oltre 300mila euro a boss del narcotraffico

L'uomo destinatario del sequestro era al vertice di un'organizzazione di narcotraffico in una piazza di spaccio di Tor Bella Monaca 

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Roma: nei giorni scorsi i carabinieri hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo sequestrando beni di lusso, rapporti finanziari e beni immobili per 310mila euro al capo di una piazza di spaccio di Tor Bella Monaca, al vertice di un’organizzazione di narcotraffico, già arrestato dal 27 aprile del 2021.

L’uomo destinatario del sequestro era al vertice di un’organizzazione di narcotraffico in una piazza di spaccio di Tor Bella Monaca

Durante la mattinata i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati, hanno eseguito un importante sequestro di beni emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma su richiesta della Procura di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia.

L’attività odierna è anche il risultato di una attività investigativa che ha consentito di disarticolare, il 27 aprile 2021, in una delle piazze di spaccio del quartiere romano di Tor Bella Monaca con l’esecuzione di numerosi arresti disposti dall’Autorità Giudiziaria romana. In particolare, i Carabinieri del Gruppo di Frascati eseguirono 51 provvedimenti cautelari a carico di altrettanti soggetti appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, radicata nella Capitale e con base operativa e logistica proprio nel quartiere di Tor Bella Monaca, con un giro di affari di circa 600mila euro mensili.

L’indagine dei carabinieri ha evidenziato tutta la struttura del gruppo solidale, che, come in una perfetta organizzazione aziendale, formava un efficiente organigramma di tipo manageriale con compiti ben precisi. I pusher che si rivelavano capaci ed affidabili venivano promossi a ruoli di supervisione e chi sbagliava subiva punizioni gravissime.

Tra gli arrestati, c’era anche il “capo-piazza”, promotore dell’associazione, oggi colpito dalla misura di prevenzione patrimoniale, attualmente detenuto e condannato, il 19 maggio, a 12 anni e 4 mesi di reclusione per il ruolo di vertice svolto all’interno dell’associazione criminale.

Le complesse attività investigative hanno anche permesso agli inquirenti di individuare e analizzare gli asset patrimoniali riconducibili al capo-piazza che, tra l’altro, non aveva alcuna remora a ostentare gli stessi sui più comuni social network.

Il complesso degli elementi raccolti ha consentito poi di ricostruire i profili di pericolosità sociale dello stesso e di ricondurre il suo patrimonio all’attività illecita. Per queste ragioni la Procura di Roma ha avanzato la richiesta di misura di prevenzione patrimoniale che è stata accolta dal Tribunale di Roma.

Come sempre ricordiamo che gli indagati vanno ritenuti presunti innocenti fino all’emissione di una definitiva sentenza di condanna e fino all’ultimo grado di giudizio, con le prove che si formano nel corso del processo.