Roma, 10 persone condannate per l’occupazione della sede di Casapound

Sentenza pesante con 10 condanne a personaggi che hanno svolto ruoli chiave all'interno di Casa Pound Italia, per l'occupazione del palazzo nei pressi della stazione Termini

Roma: la sentenza era attesa da tempo ed è arrivata puntuale, durissima, oggi, martedì 27 giugno, con 10 persone condannate per l’occupazione di un palazzo dell’Esquilino, in via Napoleone III, del quale Casapound aveva preso possesso da decenni.

Sentenza pesante con 10 condanne a personaggi che hanno svolto ruoli chiave all’interno di Casapound Italia, per l’occupazione del palazzo nei pressi della stazione Termini

Per l’occupazione di quella che in buona sostanza era da tempo la base del movimento politico di Casa Pound, sono stati condannati in dieci, tra i quali anche Gianluca Iannone – il Presidente del sodalizio – e Davide Di Stefano, ex dirigente Casapound, che ha militato in passato anche al vertice del Blocco Studentesco.

Casa Pound Italia dunque è stata pesantemente sanzionata con una pioggia di condanne per aver occupato il palazzo a breve distanza dalla Stazione termini,  con una condanna a 2 anni e 2 mesi per dieci cittadini che sono stati legati a Casa Pound.

La sentenza del tribunale capitolino ha recepito le istanze del Pubblico Ministero che aveva ravvisato il reato di occupazione abusiva aggravata, con Eugenio Albamonte, il Pm, che nella sentenza spiega: “Siamo in presenza dell’occupazione di un immobile di proprietà del Demanio e assegnato al ministero dell’Istruzione che va avanti dal 2003 e che ha il suo fulcro in un movimento politico. Una occupazione che non ha le caratteristiche delle finalità abitative e che ha provocato un danno significativo all’Erario, stimato in oltre 4,5 milioni di euro dalla Corte dei Conti, il tutto oggetto anche di un provvedimento sequestro preventivo non eseguito per ragione di ordine pubblico”.

Come sempre ricordiamo ai nostri lettori che tutti gli indagati al momento vanno considerati come presunti innocenti, data l’attuale fase del procedimento, ossia quella delle indagini preliminari, in attesa di una eventuale sentenza definitiva di condanna e fino all’ultimo grado di giudizio, con le prove che si formeranno nel corso del processo.