Lago di Nemi, un reperto spunta dai fondali e il mondo sommerso di Caligola riprende vita (VIDEO)

Nemi, un'attività di bonifica del lago porta allo scoperto un reperto. Gli esperti: "Forse collegato alle Navi imperiali di Caligola, ma è presto per stabilirne l'autenticità"

E’ ancora mistero sull’origine di un reperto rinvenuto dagli operatori della Protezione Civile Comunale di Nemi sul fondo delle acque del Lago. Durante un’attività di bonifica un oggetto bianco è sbucato fuori dalla vegetazione scatenando l’entusiasmo collettivo.

Il primo a darne comunicazione ufficiale, mantenendo una certa cautela sulla datazione del ritrovamento, che saranno gli esperti archeologici ad appurare, è stato il sindaco del comune, che ha prontamente informato le autorità competenti per il recupero che ne consentirà a tutti gli effetti la valutazione.

Nemi, un’attività di bonifica del lago porta allo scoperto un reperto. Gli esperti: “Forse collegato alle Navi imperiali di Caligola, ma è presto per stabilirne l’autenticità”

Una testa in marmo spunta tra la vegetazione dei fondali del Lago di Nemi, e la storia di questo specchio d’acqua straordinario torna a far sognare il mondo dell’archeologia. Una sorpresa che ha movimentato il fine settimana di questa località già presa d’assalto dai turisti, che ora potrebbero avere un motivo in più per visitarla.

Il ritrovamento è avvenuto sabato scorso mentre era in corso un’operazione di pulizia dei fondali a cura della Protezione civile comunale di Nemi. Sarebbero stati infatti proprio gli operatori incaricati alla bonifica a fare il ritrovamento.

Una scoperta straordinaria quanto misteriosa, che secondo le prime ipotesi potrebbe essere collegata alla storia delle leggendarie navi di Nemi, le due imbarcazioni imperiali romane attribuite all’imperatore Caligola, affondate nel Lago, e poi recuperate in una impresa archeologica condotta tra 1928 al 1932.

Lago di Nemi, un reperto spunta dai fondali e il mondo sommerso di Caligola riprende vita (VIDEO) 1

Un recupero che fornì un grande contributo alla conoscenza della tecnica navale romana, ma che potrebbe aver lasciato nascoste fino ad oggi altre meraviglie sul fondo di questo  specchio d’acqua.

Le sfarzose strutture galleggianti cariche di decori e statue, erano utilizzate per l’intrattenimento e come dimostrazione di potere, una delle ragioni per cui furono affondate dal successore di Caligola.

Archeologi, storici e d esperti di patrimonio culturale hanno intanto raggiunto Nemi per avviare un’indagine approfondita, solo all’esito della quale sarà possibile confermare ufficialmente la natura esatta del reperto, la sua autenticità e datazione e soprattutto la possibile relazione con le Navi imperiali.

Un’analisi dunque che richiederà del tempo per confermare aspetti essenziali della scoperta, anche se tra i cittadini è già scattato l’entusiasmo per questo nuovo regalo che proviene dal fondo del lago vulcanico, gioiello dei Castelli Romani.

Intanto arriva come da prassi l’invito delle autorità a rispettare l’integrità e la delicatezza del sito in cui è stato effettuato il ritrovamento. In questo ore la zona è infatti messa in sicurezza per evitare qualsiasi intrusione o tentativo di recupero non autorizzato.