Il grande squalo bianco nel Tirreno, è così improbabile?

Facciamo chiarezza sulla presenza del carcarodonte, il grande squalo bianco nel Mar Mediterraneo

Il video è diventato virale in poche ore, rimbalzato dalla stampa locale, suscitando nell’opinione pubblica sentimenti contrastanti tra curiosità, stupore e paura. Un pescatore ha ripreso con il telefonino un esemplare del tutto simile a un grande squalo bianco di oltre 3 metri di lunghezza, nuotare nei pressi della sua imbarcazione, a quattro miglia nautiche dalla costa di Livorno. Se da un lato, i pescatori sono sicuri di essersi imbattuti in uno squalo bianco, dall’altro, gli esperti si sono dimostrati cauti. La presunta presenza del feroce predatore nelle acque livornesi ha ridestato nella memoria di molti, la triste vicenda legata a Luciano Costanzo, ucciso proprio da uno squalo bianco il giorno 2 febbraio del 1989 mentre si immergeva in località Golfo di Baratti (Piombino). Ricordiamo anche il pescatore di Fiumicino, salvo per miracolo, dopo che la sua imbarcazione fu attaccata da uno squalo nel maggio del 2021.

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Fotogramma estrapolato dal video dei pescatori livornesi con la sagoma del presunto squalo bianco.

La vicenda legata allo sfortunato subacqueo è classificata come l’ultimo attacco mortale portato da un grande squalo bianco nel Mediterraneo secondo il database internazionale

Il grande squalo bianco, dal nome scientifico di Carcharodon carcharias è un pesce condroitto della famiglia dei Lamnidi. Nel Mediterraneo sono presenti ben quattro razze di Lamnidi: allo squalo bianco si affiancano lo Smeriglio detto “Vitello di mare”, il Mako pinna corta e il Mako pinna lunga. Gli esperti di squali sono riusciti, dalle immagini del video suddetto, a identificare un sicuro esemplare della famiglia dei Lamnidi, propendendo più per un Mako rispetto al grande squalo bianco. La Capitaneria di Porto ha sottolineato con una circolare di prestare la massima attenzione durante la balneazione o altre attività turistico-ricreative lungo tutta la costa livornese.

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Il famoso film “Lo squalo” di Steven Spielberg e i vari sequel ci hanno abituato a considerare il grande squalo bianco, un predatore degli Oceani con particolare predilezione per le coste statunitensi. In realtà il nostro carcarodonte è un cosmopolita diffuso in tutti i sette mari, al largo delle coste della California, della Florida, del Messico, delle Hawaii, della Nuova Zelanda e dell’Australia, dai Caraibi al Sud Africa fino al Mediterraneo con una zona di riproduzione nell’area tra la Sicilia, Malta e la Tunisia e puntate nello Ionio, nel Tirreno e soprattutto nell’Adriatico.

Lo squalo bianco è il più grande pesce predatore al mondo, il terzo più grande in assoluto dopo lo squalo balena e quello elefante. Gli adulti di sesso femminile possono misurare oltre 6 metri per un peso medio che supera la tonnellata!

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Il grande squalo bianco è un animale prevalentemente solitario e timido (fonte sharkschool.it), un cacciatore altamente specializzato, considerato all’apice della catena alimentare. Il suo ruolo nell’ecosistema marino è fondamentale in quanto, da predatore, è chiamato a regolarne l’equilibro ecologico. L’estinzione degli squali bianchi e dei loro cugini più prossimi comporterebbe l’eliminazione del vertice della catena con il conseguente collasso ecologico dell’intero ecosistema.

Pescatori e biologi sono abituati alla presenza degli squali lungo le coste italiane, anche nell’Adriatico e nel Tirreno. Gli squali presenti nel nostro mare sono davvero tanti, appartenenti a una cinquantina di razze diverse. Dalle verdesche ai già citati Mako, dagli squali bronzei a quelli toro non dimenticando gli squali martello, i volpe e quelli elefante. Imbattersi in un grande squalo bianco è un evento raro perché questi superpredatori, nel Mediterraneo, difficilmente vengono sottocosta. Inoltre tendono a rimanere nel nostro mare, dalle acque più calde di quelle dell’oceano, giusto il tempo necessario per riprodursi. 

Grandi squali bianchi sono stati avvistati al largo di Lampedusa nel 2020 e nello Stretto di Messina nell’estate del 2022

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Lo squalo bianco è tra gli squali giudicati pericolosi per l’uomo tanto da venire soprannominato “il mangiatore di uomini“, una fama sinistra alimentata anche dalla cinematografia. Dotato di un morso molto potente, (ma non il più potente del regno animale, come per molti anni si è pensato), e abituato a cacciare grandi prede tra cui foche e leoni marini, il grande squalo bianco rappresenta in effetti un pericolo per l’uomo in caso di incontro. Quattro attacchi di squalo bianco sui diciotto registrati in Italia sono risultati mortali. Diversamente dall’Italia, Stati quali la Florida, la California, l’Australia, le Hawaii e il Sudafrica hanno contato negli anni numerosi attacchi di squalo bianco, soprattutto sottocosta. Tuttavia, le statistiche sono in calo in tutto il mondo.

Il grande squalo bianco rientra tra gli animali protetti dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione. Dall’ultima conta, gli studiosi ipotizzano che al mondo siano rimasti circa 3500 esemplari di squalo bianco. Le cause di morte degli squali sono principalmente la degradazione degli habitat, il bycatch e il finning, pesca di pinne di squalo, uno dei prodotti ittici più costosi (fonte WWF).  Considerando il suo ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio ecologico dei mari, sono al vaglio programmi di ripopolamento della specie.

Note:

  • Le fotografie degli squali sono utilizzabili in base alle licenze dai siti Pixabay e Pexels.