Castelporziano, diario di un fallimento: le immagini dello scandalo (VIDEO)

L’amministrazione municipale ha abbandonato quella che una volta era il vanto di Roma tra le spiagge libere attrezzate: cumuli di immondizia, soccorso sanitario assente, punti ristoro chiusi

E’ il diario del fallimento quello che i romani possono vedere sulla spiaggia libera di Castelporziano. Il fallimento di un’amministrazione incapace e di organi di controllo capitolini che hanno tirato i remi in barca. Consapevolmente il X Municipio ha determinato la morte di quello che è stato un regalo della Presidenza della Repubblica ai romani e che anno dopo anno, con il grave concorso del Campidoglio, si è portato all’asfissia.

L’amministrazione municipale ha abbandonato quella che una volta era il vanto di Roma tra le spiagge libere attrezzate: cumuli di immondizia, soccorso sanitario assente, punti ristoro chiusi

Il risultato è evidenziato dal calo di frequentatori della spiaggia libera distesa lungo la via Litoranea. Nei giorni feriali i bagnanti sono pochissimi, in quelli festivi l’affollamento è più che dimezzato rispetto alle estati passate. D’altra parte, perché ci si dovrebbe sobbarcare nel viaggio in auto o in quello ancora più periglioso dei bus pubblici se le condizioni della spiaggia sono quelle di invivibilità?

Lasciare l’auto nei parcheggi interni alla spiaggia di Castelporziano significa esporsi al rischio dei tantissimi furti che bande di zingari perpetuano quotidianamente. Mancano i controlli da parte della Polizia locale, a corto di organici e persino di un piano estate, e la Polizia di Stato con i carabinieri sono troppo indaffarati nel prevenire i reati altrove.

Già nei viali d’accesso alla spiaggia è evidente l’abbandono della struttura. Cumuli di sacchi della spazzatura, messa insieme a volenterosi marinai di salvataggio e ai pochi dipendenti municipali, attendono di essere ritirati dall’Ama. L’amministrazione, evidentemente, ha “dimenticato” di rinnovare la convenzione con l’azienda per i rifiuti e il risultato è che mosche, insetti e perfino topi banchettano sui montarozzi di immondizia.

Castelporziano, diario di un fallimento: le immagini dello scandalo (VIDEO) 1
Sacchi di immondizia che nessuno raccoglie dai viali della spiaggia libera di Castelporziano

Non cambia lo scenario ai pedi e persino sulle dune di macchia mediterranea. Nessuno vigila sul divieto di calpestare quelle zone, tutelate sotto il profilo ambientale, e gli incivili abbandonato ovunque bottiglie, resti di merende, cartoni, buste di plastica. Indubbiamente colpa della maleducazione ma è anche vero che non c’è ombra di contenitori per i rifiuti.

Stessa situazione a ridosso dei chioschi chiusi dalla magistratura per gravi inadempienze dell’amministrazione municipale e comunale (leggi qui). Questo perché il Campidoglio non paga gli oneri concessori da quasi venti anni (leggi qui): a rimetterci, così, sono non solo gli imprenditori impossibilitati a lavorare ma anche i bagnanti che per bere una bibita o mangiare un panino devono rivolgersi agli abusivi che, ovviamente, hanno invaso la spiaggia (leggi qui).

Anche sull’arenile non ci sono cestoni gettacarte e i rifiuti restano ammucchiati per giorni. I mezzi meccanici passano sulla spiaggia rimuovendo lo sporco che resta confinato in diversi punti perché non c’è chi lo raccoglie.

Castelporziano, diario di un fallimento: le immagini dello scandalo (VIDEO) 2
A chi tocca portare via l’immondizia dalla spiaggia prima che gli animali rompano i sacchi e disperdano il contenuto?

Guai a farsi male, poi. Diversamente dagli anni passati, infatti, il X municipio non ha provveduto ad affidare il servizio di assistenza sanitaria che prevede la presenza fissa di una ambulanza e di almeno una postazione (anche due in quale stagione del passato) con medico e infermiere.

Insoddisfatti anche i praticanti del kitesurf: l’ordinanza balneare si è “dimenticata” di loro (leggi qui) e nonostante le promesse dell’amministrazione locale, ancora non è stata autorizzata la pratica dello sport nella sede storica del terzo cancello. Come finirà? Beh, è facilmente prevedibile: al primo caso in cui una tavola si abbatterà su un bagnante in quel tratto di mare, si griderà alla tragedia annunciata.