Roma, 17enne malmenato da banda di coetanei va in coma ma sopravvive: arrestati in tre

Un giovane era stato pestato da un branco di coetanei ed era finito in coma, ma, dopo essere sopravvissuto, con le sue rivelazioni ha permesso di far arrestare la banda di che lo aveva ridotto in fin di vita

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Roma: trova ora una soluzione dopo anni di indagini il caso del 17enne che era stato mandato in coma a causa delle botte subite il 7 ottobre del 2017 da una banda di picchiatori suoi coetanei che lo avevano malmenato e ridotto in fin di vita, con il corpo ritrovato a terra in una pozza di sangue all’Eur, nelle vicinanze della Nuvola di Fuksas.

Un giovane era stato pestato da un branco di coetanei ed era finito in coma, ma, dopo essere sopravvissuto, con le sue rivelazioni ha permesso di far arrestare la banda di che lo aveva ridotto in fin di vita

Il 17enne era stato condotto in codice rosso all’ospedale finendo in coma e la famiglia era giunta al suo capezzale disperata dopo averlo cercato per ore lunghissime, nelle quali di lui non si era saputo più nulla.

Dopo circa due mesi di agonia al San Camillo di Roma, il giovane si è ripreso ed è uscito dal reparto di rianimazione del nosocomio romano e, raccontando alle forze dell’ordine le sue verità, i suoi aggressori sono stati trovati, arrestati e condannati.

Gli indagati in quanto autori del pestaggio all’epoca erano appena maggiorenni, praticamente suoi coetanei: L., P. e G. adesso dovranno rispondere del reato di tentato omicidio e lesioni personali aggravate, con la vittima che aveva cercato di divincolarsi dalla loro morsa ma era stato inseguito e massacrato di botte.

Il processo si è celebrato e adesso è arrivata la sentenza per quelli che hanno rischiato di ammazzarlo, con l’aggravante che per scappare, il 17enne era volato nel vuoto procurandosi altre gravi lesioni.

Condannati in concorso, le pene decise dalla magistratura per gli indagati vanno da 9 mesi ad 1 anno e 3 mesi di carcere per le vicende avvenute ormai quasi sei anni fa durante un alterco scoppiato all’uscita da una discoteca dell’Eur.

Adesso la vittima ha 23 anni e all’epoca dei fatti era stata accerchiata dal branco di picchiatori per alcuni volgari apprezzamenti che gli aggressori, avrebbero rivolto alla cugina dell’aggredito.

La lite sarebbe scaturito all’interno della sala da ballo e poi sarebbe proseguita fuori, dato che i buttafuori li avevano cacciati all’esterno vedendoli molto su di giri e temendo per la sicurezza dei presenti.

L’assalito, vistosi in inferiorità numerica, aveva cercato di spiegare le sue ragioni ai violenti che per tutta risposta lo hanno inseguito fin nei pressi di una caserma dei carabinieri adiacente al centro congressi della Nuvola di Fuksas, lì dove sarebbe stato riempito di botte.

Del ragazzino aggredito non si era saputo più nulla fino a poco prima delle 5 di quel maledetto mattino e il giorno dopo era stato trovato moribondo nei pressi del luogo dove aveva rischiato la morte.

A quel punto il 17enne è stato trovato, soccorso e portato in ospedale e, uscito dal coma dopo mesi, ha spiegato tutto quello che aveva vissuto alle forze dell’ordine, permettendo di far arrestare i suoi aguzzini al termine di lunghissime indagini.

Ricordiamo come sempre ai nostri lettori che gli indagati sono sempre da considerare presunti innocenti fino al terzo ed ultimo grado di giudizio, e fino all’emissione di una sentenza irrevocabile di condanna.