Parco Shuster, è guerra per l’acustica. I residenti contro i concerti

Il Parco si riprepara per accogliere l'Estate Romana. Intanto Polizia Locale e Arpa presentano i risultati

Musica a volume altissimo nel parco che rendere persino impossibile ascoltare la tv nelle case. E con sforamento degli orari. I residenti del parco Parco Shuster, a ridosso della basilica di San Paolo, sono tornati a dire no agli spettacoli dell’Estate Romana che da giugno a settembre, renderebbe loro “la vita impossibile”.

Il Parco si riprepara per accogliere l’Estate Romana. Intanto Polizia Locale e Arpa presentano i risultati

Dopo la querela dell’ottobre 2022 ad aprile 2023 è stato pubblicato il bando dell’estate romana 2023-2024 nel quale il Parco Shuster è stato nuovamente indicato come area utilizzabile per gli eventi dell’estate romana, nonostante i problemi pregressi, rilevati a più riprese anche dalla Polizia Locale Roma Capitale e dall’Arpa.

Il Comitato Parco Shuster e l’associazione Roma tutela Roma sono così di nuovo scesi in campo per tentare di opporsi alle manifestazioni o per lo meno fare in modo che vangano rispettati decibel e orari.

I residenti di San Paolo hanno già trascorso più estati barricati in casa, a finestre chiuse, per contenere i rumori notturni. Nell’ultima hanno anche interpellato esperti di acustica ambientale per un’indagine fonometrica che appunto ha confermato il superamento dei decibel.

L’avvocato Carmine De Pietro, presidente dell’associazione Roma Tutela Roma, ha ora ottenuto le prime risposte che confermano la situazione senza, però, risolverla. “Ci si aspetta ora una soluzione dall’amministrazione che possa conciliare le esigenze dei giovani con quelle alla tranquillità degli abitanti“, spiega De Pietro.

Laddove non dovesse essere aperto un tavolo di trattative sulle modalità, sui tempi e sugli orari della manifestazione gli abitanti sono pronti a chiedere un provvedimento di urgenza per bloccare i concerti.

Intanto i caschi bianchi su preciso interpello degli abitanti  hanno fatto sapere di aver effettuato controlli al Parco nel luglio 2019 (con inoltro di una segnalazione all’autorità giudiziaria per il superamento dell’orario consentivo); a ottobre dello stesso anno ipotizzando il reato di disturbo della quiete pubblica (in quanto, specificano, le rivelazioni Arpa provavano valori non conformi con conseguente disturbo) e infine ad ottobre per gli stessi motivi.