Corte dei Conti, scoperti tre furbetti del cartellino

Tre dipendenti della Corte dei Conti accusati di truffa: il raggiro nel tribunale contabile che si occupa proprio dei danni erariali

Scoperti alla Corte dei Conti tre furbetti del cartellino. Per maturare il diritto all’indennità speciale si scambiavano i badge, anche se erano fuori servizio. Ora sono finiti a processo per truffa davanti al Tribunale di Roma.

Tre dipendenti della Corte dei Conti accusati di truffa: il raggiro proprio nel tribunale contabile che si occupa di reati erariali

Ad compiere il raggiro ai danni delle casse statali tre dipendenti della Corte dei Conti, il tribunale contabile, con sede a Prati, dove si perseguono proprio i dipendenti pubblici accusati di danno erariale. Tanto che i tre furbetti del cartellino ora rischiano di finire imputati anche proprio davanti alla Corte dei Conti dove lavoravano.

A processo per il presunto raggiro è finito un funzionario della Corte dei Conti e il fratello, un noto politico, e un impiegato e un tesoriere del tribunale contabile, “incastrati” dalle indagini svolte dai carabinieri.

Ai militari, che hanno lavorato in collaborazione coi colleghi in servizio presso la Corte dei Conti, è bastato acquisite i filmati registrati dal sistema di videosorveglianza installato presso l’edificio e ricontrollare i movimenti dei lavoratori che si muovevano all’interno degli uffici della procura regionale del Lazio e della procura generale.

Il raggiro

Nello specifico, tra marzo e aprile del 2018, il funzionario aveva utilizzato il badge di servizio assegnato al fratello politico per più entrate e uscite dagli uffici della Corte dei Conti per risultare in servizio. Il fratello, un ex consigliere della Regione Lazio, infatti, è un funzionario amministrativo della Corte dei conti in aspettativa non retribuita. Il pm Laura Condemi ha anche conteggiato l’ammontare della truffa, quasi mille euro.

Gli altri due impiegati, invece, si scambiavano i badge tra di loro. Un trucco, adottato sempre tra aprile e marzo del 2018, per il raggiungimento delle ore lavorative necessarie per poter ottenere un’indennità speciale. Un danno quantificato in 2.200 euro. Somme che la stessa Corte dei Conti potrà richiedere ai presunti furbetti del cartellino.