Ex Mattatoio, mercato e case popolari: la street art a Testaccio (VIDEO)

Testaccio da quartiere operaio a polo della movida romana è il nuovo polo della street art. Parla Groove

La “Galleria Sistina” della poster art, il giaguaro di Lucamaleonte, la lupa romana di Roa, la donna turchese di Alice Pasquini, le calligrafie di Domenico Romeo e, ora, anche il cielo su Roma di Groove. Testaccio, polo tra i più trendy della movida romana, è una galleria d’arte a cielo aperto. Una mostra permanente della street art.

Testaccio da quartiere operaio a polo della movida romana è il nuovo polo della street art. Parla Groove

Gli artisti si sono sbizzarriti nel decorare con le loro opere le strade e le strutture pubbliche di Testaccio. Facciate dei palazzi, muri di cinta e, soprattutto, l’ex mattatoio fanno da tele per pitture intense ed evocative che colorano la città.

L’ex mattatoio

L’ex mattatoio, oggi in parte occupato dall’Università Roma 3 e in parte impiegato come Villaggio Globale per mercatini e fiere, è il cuore pulsante dell’arte murale. All’interno e sulle mura perimetrali che danno verso la ferrovia è un alternarsi di tratti pittorici fluidi, intensi, significativi. Vale la pena di farci una visita.

Lo stabilimento di mattazione, come indica l’iscrizione sull’ingresso monumentale, dal suo anno di apertura (1891) ha costituito per decenni una struttura all’avanguardia in Europe per la macellazione delle carni destinate a Roma. Nel 1949 divenne persino set cinematografico, raccontando un ampio brano del film “Domenica d’agosto” di Luciano Emmer.

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La Galleria Sistina della poster art nell’ex mattatoio

Dal giorno dell’abbandono della sua funzione originaria, con il trasferimento della macellazione prima ai mercati generali di via Ostiense poi al Centro carni di via Palmiro Togliatti, l’ex mattatoio per molti anni è stato terra di nessuno. Solo recentemente si stanno delineando le sue nuove funzioni. Un’ala è occupata dalla facoltà di Architettura dell’Università Roma 3. L’Accademia delle Belle Arti ha ottenuto il permesso a impiegare altri spazi (leggi qui). Il Villaggio Globale e la Città dell’alta economia, negli anni hanno ospitato concerti e fiere (leggi qui).

Dunque, sempre più forte è la vocazione artistica dell’ex Mattatoio. Un indirizzo tratteggiato da alcune opere visionarie realizzate negli ultimi anni. Ne è un esempio la “Galleria Sistina” della poster art: sotto gli archi che fiancheggiano l’ex Borsino (oggi sede del Villaggio Globale), oltre 200 artisti da tutto il mondo hanno fissato i loro poster tappezzando integralmente le pareti. E’ un’opera che ha una sola gemella in tutto il mondo e si trova  Rio de Janeiro. All’interno del Villaggio Globale una serie di murales optical di Stan & Lex. All’esterno, sui lati di una vecchia edicola, i murali firmati da Diamond e da Solo.

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The jumping wolf, opera di Roa in via Galvani

Sotto la porta d’ingresso alla Città dell’alta economia Lucamaleonte, artista molto noto per le sue opere sparse un po’ in tutta Roma e sul litorale (omaggi a Sergio Leone, a Ennio Morricone, ad Anna Magnani, a Gigi Proietti e Lando Fiorini), ha dipinto e il suo Giaguaro tra i fiori. Gli fa da contrappunto ADR che attraverso il volto di una donna esotica rilancia il tema della lotta per l’indipendenza del Kurdistan.

Tra le vie di Testaccio

Via Galvani, il rettilineo che si distende dalla caserma dei Vigili del Fuoco di Vincenzo Fasolo fino all’ex Mattatoio dopo aver fiancheggiato il Monte dei Cocci, ha fatto da battistrada alla street art. L’opera più famosa e antesignana della fruizione artistica delle pareti è senza dubbio “The jumping wolf”, il salto della lupa, un’opera di 30 metri di altezza eseguita dall’artista belga Roa e finanziata dalla galleria Modern Art Contemporary. La leggenda vuole che l’artista, dopo aver tracciato un bozzetto, abbia completato l’opera in una giornata dalla piattaforma di un braccio meccanico.

In largo Evangelista Torricelli 1, Lucamaleonte ha rappresentato il volto di uno dei cantanti più amati di Roma, Lando Fiorini. In questa pagina puoi leggerne le caratteristiche.  Sui muri del nuovo mercato, poi, sono diversi gli interventi di street art, più o meno affascinanti e ben riusciti. All’interno un murale che raffigura una donna colorata di turchese, dipinto da Alice Pasquini.

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Dipinti sui muri del mercato Testaccio

L’ultimo arrivo

E’ dei giorni scorsi il completamento dell’opera di Groove, un altro grande street artist della scena romana. Il murale, dipinto sulla facciata delle ex case popolari di via Romoli Gessi 1, rappresenta il cielo su Roma (prima della sua nascita) con il fiume che attraversa i campi e una lupa in lontananza dietro al cespuglio. al di Sotto il prato è riprodotto (a murale) il muro tipico delle palazzine storiche di Testaccio, in ricordo dell’architetto Innocenzo Sabbatini, progettista tra i più famosi dei primi lotti del quartiere.

Intervista a Groove

Nato a Roma 35 anni fa, come tutti gli street artist non svela la sua vera identità. E’ un artista eclettico, dal tratto sicuro e dall’uso sapiente del colore. Vari suoi disegni si possono trovare nelle zone di Roma sud e Ostia, da San Paolo, a Magliana, a Monteverde, ad Acilia.

Quando nasce la passione per la street art?

La passione per il disegno c è da sempre. Il primo murale l’ho visto fare da mia madre sulla parete di casa: faceva anche decorazioni di interni ed esterni nei locali, cosa che poi ho fatto anche io appena maggiorenne.

Quindi sei un figlio d’arte?

Diciamo che quella è stata una forte ispirazione. Per rendere migliore questa vocazione ho studiato al liceo artistico e all’Accademia delle Belle arti. E mi sono avvicinato al mondo del writing nel 2006/2007.

C’è un modello artistico che insegui?

Premesso che non mi sono mai sentito legato totalmente ad un etichetta come writer o street artist perché ho sempre sperimentato diverse cose nell’ambito artistico, dopo aver abbandonato l’ Accademia, ho iniziato corsi di specializzazione privati per affinare tecniche e conoscenze. Pennello e spray sono i materiali utilizzati per disegnare sul muro, snche se sto cercando di abbandonare lo spray.

Che ne pensi delle tag che i writer lasciano sporcando treni e muri della città?

Scrivere il proprio nome in giro, è un modo di espressione che può piacere o no, ma va comunque rispettato. Mi preoccuperei di più per le pubblicità affisse in giro per le città, che fanno danni sociali ben peggiori invece che stare ancora a criminalizzare una tag su un muro.

C’è un quartiere di Roma che merita più di ogni altro una visita per godere della street art?

Non mi sento di suggerire una zona in particolare per vedere “l’ arte di strada” che può esprimersi anche in zone poco frequentate o seminascoste, non solo a Roma ma anche all’estero.

Foto e video di Marco Simoni

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