Sequestro e torture per un affitto arretrato: in cinque finiscono in carcere (VIDEO)

Orrore a Castel Gandolfo, spedizione punitiva nei confronti di un 38enne per l'affitto arretrato di 2mila euro: sottoposto a sequestro e violenze per 48 ore

Con il volto gravemente tumefatto e ferito su tutto il corpo, un uomo di 38 anni in stato di shock, ha chiesto aiuto alla portineria di un comprensorio nella frazione Laghetto di Castel Gandolfo.

L’episodio avvenuto lunedì 3 ottobre, sul quale sono intervenuti i Carabinieri della Stazione locale e gli operatori del 118, che hanno condotto con urgenza la vittima di violenza in ospedale, ha portato oggi al fermo di cinque persone, tra i 35 e i 66 anni, ritenute  gravemente indiziate, in concorso dei delitti di sequestro di persona, tentata estorsione, rapina e lesioni aggravate.

Orrore a Castel Gandolfo, spedizione punitiva nei confronti di un 38enne per l’affitto arretrato di 2mila euro: sottoposto a sequestro e violenze per 48 ore

Si è conclusa oggi con il fermo di cinque persone l’indagine dei Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, per cercare di ricostruire i fatti legati ad episodio di violenza a danno di un uomo di 38 anni, soccorso in gravi condizioni lunedì scorso, 3 ottobre.

La vittima, in stato di shock, con volto gravemente tumefatto e con ferite diffuse per tutto il corpo, aveva chiesto aiuto alla portineria di un comprensorio nella frazione “Laghetto” di Castel Gandolfo, venendo immediatamente soccorso dai Carabinieri chiamati avvisati dal portiere, e dal personale del 118, che lo ha trasportato in ospedale, dove per le lesioni riportate, traumatismi multipli del massiccio facciale, una lesione della gamba sinistra, la perforatura di un timpano, la rottura del setto nasale e lesioni interne polmonari, l’uomo si trova ora in prognosi riservata.

Le indagini dei Carabinieri partite immediatamente, hanno portato al rintraccio di cinque persone, tutte con precedenti e di età compresa tra i 35 e i 66 anni, che sono state sottoposte a fermo come indiziate di delitto.

I soggetti avrebbero in concorso tra loro, sequestrato l’uomo tentando di estorcergli denaro e rapinarlo. Per le condizioni in cui l’uomo è stato trovato, i cinque sarebbero tutti gravemente indiziati anche di lesioni personali aggravate ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con la violenza.

E’ stata proprio la vittima a raccontare ai Carabinieri quanto gli era successo, un incubo iniziato nel pomeriggio di domenica 2 ottobre, quando nella casa in affitto dell’uomo, si sono presentate tre persone che hanno preso a picchiarlo in quella che è stata ritenuta una spedizione punitiva con mandante il proprietario di casa, che in questo modo barbaro stava richiedendo l’affitto arretrato di circa 2mila euro.

Dopo aver malmentato il 38enne, i tre lo avrebbero anche caricato su un’auto in direzione di una villetta isolata di Castel Gandolfo, dove li attendevano gli altri due complici. Qui la vittima sarebbe stata rapinata del telefono cellulare e del portafoglio contenente 400 euro in contanti, e non contenti, lo avrebbero sottoposto ad una nuova carica di botte con calci, pugni e utilizzando perfino un bastone metallico, mentre con un machete gli hanno provocato una profonda ferita ad una gamba.

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Nella foto l’ingresso della villetta degli orrori

Dopo questa tortura, l’uomo sarebbe stato costretto dal gruppo di aguzzini, a passare la notte sul pavimento, sorvegliato a turno, per poi chiedere l’indomani mattina una sorta di riscatto ad un suo conoscente per la somma di 5mila euro, che dovevano essere consegnate al proprietario di casa ed ai suoi complici, pena la recisione di un orecchio e delle dita delle mani e atti carnali.

Solo la mattina di lunedì 3 ottobre l’uomo è riuscito a fuggire con uno stratagemma, dicendo di dover espletare un bisogno fisiologico, ha aperto il rubinetto dell’acqua per confondere il rumore dell’apertura della finestra del bagno e si è lanciato fuori, scappando nella campagne circostanti e arrivando infine stravolto a chiedere aiuto alla portineria della frazione di Laghetto.

Con le indicazioni date dall’uomo, i militari hanno rintracciato l’abitazione in cui era tenuto sotto sequestro, e qui a conferma delle terribili violenze è stato ritrovato anche il machete sporco di sangue, e diversi fazzoletti con i quali la vittima si asciugava le ferite. Sul posto anche l’auto usata per trasportare il 38enne alla villetta, dove all’interno sono state repertate tracce ematiche sui sedili posteriori, dove la vittima era stato caricat.

La ricerca dei responsabili è terminata in un rifugio dove si erano nascosti, un appartamento senza campanello e nome nel complesso residenziale “Serpentone” del Corviale.

I cinque indagati – da ritenere presunti innocenti fino a condanna con sentenza irrevocabile – sono stati sottoposti a fermo da parte dei Carabinieri e sono finiti in varie Case Circondariali del territorio nazionale.

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