Incendio al Tmb: allarme diossina a Fiumicino, scuole chiuse fino a martedì

Visto il permanere dell'allarme diossina, il sindaco su indicazione della Asl firma una nuova ordinanza: istituti scolastici e attività ludiche chiuse fino a martedì 21 giugno

Altri due giorni di chiusura per le scuole e le attività ludiche di Fiumicino visto il permanere dell’allarme diossina oltre i valori fissati dall’Oms .

Visto il permanere dell’allarme diossina, il sindaco su indicazione della Asl firma una nuova ordinanza: istituti scolastici e attività ludiche chiuse fino a martedì 21 giugno

Su indicazione della Asl RM3, in via prudenziale e considerati i livelli di diossina rilevati sul territorio in seguito dell’incendio del TMB di Malagrotta (leggi qui),  il sindaco Esterino Montino firma una nuova ordinanza che prevede la chiusura dei nidi, delle scuole dell’infanzia e delle attività ludico ricreative pubbliche e private anche nei giorni di lunedì 20 e martedì 21

“Il provvedimento riguarda, ovviamente, Parco Leonardo, Pleiadi, Vignole, Via Portuense nel tratto compreso tra il cimitero comunale e la fiera di Roma e via della Muratella fino all’intersezione con via della Trigolana – ricorda oggi in una nota il sindaco -. Restano in vigore anche le altre misure e cioè il divieto di consumo di frutta e verdura prodotte nell’area indicata e il divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile”.

“In generale, l’indicazione è di limitare il più possibile le attività all’aperto e di chiudere le finestre in caso di odori acri – prosegue Montino -. Martedì sono attesi i risultati dell’esame dei filtri delle centraline installate sul nostro territorio. In base ai dati che emergeranno, sempre in accordo con Asl e Arpa, decideremo eventuali nuovi provvedimenti”.

L’inchiesta sul rogo

Sul fronte dell’inchiesta sul rogo a piazzale Clodio il fascicolo è stato formalmente aperto per incendio doloso per svolgere approfondimenti il più possibile puntuali.

Per ora è stato escluso il malfuzionamento del nastro che serve a trasportare i rifiuti da una parte all’altra dell’impianto. Stando alle prime testimonianze, l’incendio sarebbe scoppiato in più punti del capannone in disuso a causa del calore e del gas prodotto dai rifiuti già trattati e in macerazione.

Si tratta della struttura più a ridosso del gassificatore finito sotto sequestro nel 2008 in assenza dei certificati di prevenzione degli incendi con la richiesta di messa in sicurezza da parte del tribunale prima della temporanea accensione.

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