Contro il cyberbullismo la campagna “Una vita da social”: le prossime tappe

Arriva a Roma e sul litorale romano la campagna di prevenzione per gli studenti sui pericoli della rete: fenomeno in disarmante crescita 

Roma: la Polizia di Stato al fianco dei ragazzi contro il dilagante fenomeno del cyberbullismo e tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, con la campagna educativa itinerante “Una vita da social”. Il tour realizzato nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete rivolte ai minori, farà tappa da domani 26 aprile e fino al 29, nei comuni di Cerveteri, Santa Marinella, Colleferro e Roma.

Arriva a Roma e sul litorale romano la campagna di prevenzione per gli studenti sui pericoli della rete: fenomeno in disarmante crescita

Arriva anche nei comuni di Cerveteri, Santa Marinella, Colleferro e Roma la IX edizione di “Una vita da social”, la Campagna educativa itinerante della Polizia di Stato che in un tour di 73 tappe lungo l’Italia, dove gli operatori incontreranno e dialogheranno con studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online, social network e cyberbullismo, su un truck allestito con un’aula didattica multimediale.

I prossimi appuntamenti si svolgeranno sul litorale romano, nella Capitale e a Colleferro a partire dalle ore 9.00 con l’accoglienza degli studenti da parte del personale del Compartimento Polizia Postale di Roma e della Questura di Roma, e con la possibilità di fare la conoscenza di mezzi e uomini rappresentativi della Polizia di Stato, tra i quali Reparto Cinofili, il reparto a Cavallo, la Polizia Scientifica, la Polizia stradale e la Polizia Ferroviaria.

Da domani la manifestazione farà tappa con il truck di “una vita da social” nella città di Cerveteri, su Lungomare dei Navigatori Etruschi, mentre il 27 aprile arriverà a Santa Severa, posizionandosi davanti all’ingresso del Castello di Santa Severa. La terza tappa sarà a Colleferro in Largo Unitalsi il 28 aprile 2022 e infine a Roma in Villa Doria Pamphilj il 29 aprile all’ingresso di Via Leone  XIII n. 75.

L’evento più che mai necessario, è una risposta concreata di prevenzione per le giovani generazioni di studenti, ad un fenomeno che ad oggi conta in media 1 ragazzo su 3 ha un profilo fake sui social, 5 ragazzi su 6 che controllano sempre chi mette like ai loro post e 1 minore su 2 che diventa vittima di violenze. Dati disarmanti che mostrano una condizione di semi-dipendenza e di violenza collegata , per altro in netta crescita tra i giovanissimi.

“L’obiettivo dell’iniziativa – spiegano – è proprio quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’utilizzo della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/ potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo. Oggi i ragazzi attivano legami e coltivano amicizie e relazioni attraverso i social-network, con comunicazioni spesso non accessibili a genitori ed educatori; per un efficace operazione di prevenzione è indispensabile mantenere aperto un canale di comunicazione con i ragazzi e comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi”.

I social spesso esercitano una forte influenza sulle condotte dei giovani che restano “contagiati” da modelli trasgressivi di cui i genitori non sono a conoscenza. In più la frequentazione massiva dei social-network occupa sempre di più il tempo dei giovani creando condizioni di dipendenza, che con le misure restrittive e l’assenza di contatti umani durante la fase acuta della pandemia da Covid, è addirittura peggiorata.

Nel periodo di isolamento forzato l’utilizzo degli smartphone, dei social e della rete in generale, ha costituito l’unica possibilità di mantenere rapporti con amici e compagni di scuola, seppure a distanza, ma il suo utilizzo eccessivo sta tuttavia mostrando conseguenze non sempre positive; il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale, cosi come l’idea di sentirsi “anonimi“, nonché il senso di de-responsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri condivisi.

Contro il cyberbullismo la campagna "Una vita da social": le prossime tappe 1

I social network: strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager

Dalla ricerca di Skuola.net per “Una Vita da Social”, però, emergono anche altri fattori interessanti che spesso i Millennials e la Gen Z tengono ben segreti.

Emerge infatti che 1 ragazzo su 3, sul proprio social di riferimento, possiede un account falso; sono circa il 28% quelli che dichiarano di averne uno oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5% è presente ma solo con un fake.

Perché questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%). Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%).

Non manca tuttavia uno zoccolo duro, che vive per i like. Per 1 su 3, infatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sull’umore. Mentre il 40%, più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance.

Su una cosa, invece, i giovani sono in assoluto accordo: il controllo di chi commenta, condivide o clicca “mi piace” sui propri contenuti. Solo 1 su 6 dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la “guerra dei like” si costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56% è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto like4like).

Sono ancora meno poi (48%) quelli che non ricorrono mai al “like tattico”, ovvero ad una approvazione di un contenuto altrui col solo scopo di farsi notare.

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