Ostia, le perle della traduzione a casaccio

Il X Municipio posiziona cartelli nei giardini di piazza Anco Marzio. I messaggi della traduzione in inglese sono approssimativi ed esplode l’ironia sui social

traduzione sui cartelli

Il X Municipio posiziona cartelli per tutelare i giardini di piazza Anco Marzio, proprio nel cuore di Ostia, e sui social esplodono ironie e sberleffi sulla qualità della traduzione in inglese e sugli strafalcioni commessi.

Il X Municipio posiziona cartelli nei giardini di piazza Anco Marzio. I messaggi della traduzione in inglese sono approssimativi ed esplode l’ironia sui social

E’ delle ultime ore il posizionamento da parte del Servizio Giardini del X Municipio di cartelli di prescrizioni a difesa dei giardini di piazza Anco Marzio da degrado e atti vandalici. A parte la difficoltà di definire “giardini” le aiuole bruciate dall’arsura in quello che una volta era definito il “salotto buono” di Ostia, gli strafalcioni commessi si sprecano.

Abbiamo chiesto a un’insegnante di inglese di aiutarci a definire la qualità della traduzione che, ai più, sembra fatta attingendo all’automatismo di google translate ovvero dal traduttore online. “No, direi che la traduzione è stata fatta da una persona che conosce l’inglese elementare ma non certo quello madrelingua” sostiene l’insegnante che abbiamo consultato. “Nel cartello viene usato l’imperativo ‘do not’ che è una formula non utilizzata in tabelle di questo genere – segnala la docente di inglese – In Gran Bretagna viene usato il ‘no”, secco, praticamente una forma di comando. E’ un errore grossolano, rende ridicolo agli occhi degli inglesi quelle prescrizioni”.

Sarebbe bastato fare una ricerca su google e copiare uno dei tanti cartelli posizionati nelle città inglesi” suggerisce la prof.

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Poi ci sono omissioni. Per esempio in italiano si viene l’accesso nell’area con “motoveicoli e biciclette”. Nella traduzione in inglese il divieto riguarda esclusivamente generici “veicoli a motore”. In italiano è ”vietato introdurre i cani” in senso assoluto; la traduzione in inglese non possono accedere quelli senza guinzaglio.

Infine un errore di battitura esclusivamente nella parte in italiano: nella scritta è “vietato cogliere fiori” (qualora c ne fossero, ovviamente) il verbo diventa “cocliere”.

I commenti

Laura si chiede, per esempio, “Se non posso introdurre cani, come possono sporcare?”. “Solo una constatazione: ma quali fiori?” domanda ironico Nino. Paolo osserva: “La prima rule inglese parla di veicoli a motore: non conoscendo l’italiano è complicato scrivere in inglese”. Concita: “No, vabbè, allora è un vizio” riferendosi alla figuraccia con la posa della targa erroneamente intestata a Azelio (e non Azeglio) Ciampi. Fabio ci va giù pesante: “Ma se il cane non può entrare, gli escrementi da non lasciare sono quelli del padrone?”. Jessica, sorridendo, sottolinea: “peggio di chi l’ha scritto c’è solo chi l’ha stampato”. Cristiana chiosa: “gli inglesi possono portare i cani al guinzaglio…gli italiani no”.

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