Calcio, serie A: riparte il campionato, si riaccendono le stelle

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“Il calcio è musica, danza e armonia. E non c’è niente di più allegro della sfera che rimbalza”.
PELÉ

“Andrà tutto bene, restate a casa”. Il 9 marzo Francesco Caputo, calciatore del Sassuolo, segna un gol contro il Brescia e invita tutti alla prudenza. Poche ore dopo il premier Giuseppe Conte estende il lockdown in tutta Italia e cominciano i giorni più bui del nostro Paese. Nel frattempo, lo slogan del centravanti neroverde diventa un disegno di tanti bambini, uno striscione sui balconi, uno spot televisivo. Comincia il lungo black-out del calcio italiano, riacceso timidamente con il lumino della Coppa Italia ed esploso con i festeggiamenti dei tifosi del Napoli dopo il successo sulla Juventus. Perché un’emozione non si può gestire, non si può interrompere.

Calcio, i 100 giorni di black-out della serie A

Stasera riparte la serie A, a 100 giorni di distanza, nel periodo in cui tra una tintarella e l’altra ci saremmo dovuti emozionare con gli azzurri all’Europeo, sperando magari di poter rivivere le Notti Magiche di trent’anni fa. Vedere esultare Immobile e pensare agli occhi sgranati di Schillaci, ammirare le giocate di Insigne e tornare con la mente al Divin Codino.

Serie A d’estate con gli stadi vuoti

Invece, sarà serie A di estate.  Un inedito. Alle 19.30 ripartirà il campionato con Torino-Parma, si riaccenderanno le stelle. Ma mancherà la passione sugli spalti. Con gli stadi a porte chiuse, sarà la tv a proiettarci negli impianti dove vedremo i nostri “cloni”. Il cosiddetto “fake stadium” è già futuro. Della coreografia virtuale, infatti, abbiamo già avuto un assaggio durante Napoli-Juventus all’Olimpico.

Il calcio in Europa

I calciofili in astinenza, invece, hanno già potuto godersi la ripresa della Liga spagnola con spettatori digitali in scala reale e la Bundesliga con l’opzione Sky Virtual Audio. In pratica un’esperienza da PlayStation con “rumori di fondo registrati e personalizzati partita per partita, squadra per squadra”, come spiegato da Fabio Caressa. Un’idea, però, che non potrà mai restituire l’emozione e la tensione “vera”.

Porte chiuse e effetti digitali: verità vs finzione

Ci sta arrivando, infatti, un racconto “artefatto” e il rischio sarà quello di sentirci annoiati o ancora peggio disamorati. Mai quanto in questi giorni ci dobbiamo rendere conto che è la passione dei tifosi a muovere “il carrozzone”. I club professionistici devono trovare il modo di abbassare i prezzi dei biglietti e far tornare le persone allo stadio. In modo da continuare a trasmettere la passione di generazione in generazione e tornare a ciò che era questo sport in origine: una “passione popolare” che non dovrà morire mai. Perché non c’è niente di più allegro di una sfera che rimbalza. A patto che ci sia qualcuno ad ammirarla. Dal vivo.

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