Retake Roma, intervista a Paola Carra: “Non vediamo l’ora di riprendere le attività”

Retake
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Intervista a Paola Carra, co-fondatrice di Retake Roma, l’associazione che dal 2009 si occupa di ridurre il degrado ambientale della nostra città. Nel 2018 la fondatrice Rebecca Spitzmiller ha ricevuto l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per la sua brillante iniziativa, capace di risvegliare il senso civico in ciascuno di noi.

Negli anni Retake è divenuto un vero e proprio simbolo di lotta per un ambiente migliore e uno strumento di partecipazione attiva. Ad oggi i volontari lavorano su tutto il territorio italiano e gli eventi organizzati vantano sempre più pubblico (a settembre 2019 ad Ostia sono state coinvolte 700 persone per la raccolta di 4 tonnellate di spazzatura nella pineta).

Retake Ostia
Retake Ostia
  • Il vostro lavoro si basa sulla teoria della finestra rotta, di che si tratta esattamente ?

È uno studio di scienze sociali fatto negli Stati Uniti negli anni 80, che afferma che in quelle zone in cui già esiste degrado, questo tenderà naturalmente ad aumentare. Perciò se c’è una situazione di abbandono o di pericolo, le persone non saranno indotte ad attuare comportamenti differenti da quelli scorretti che vedono intorno a loro. Per questo motivo occorre operare in maniera collettiva al fine di migliorare l’ambiente fisico nel quale si vive, creando una comunità basata sulla partecipazione attiva e sulla sinergia. Inoltre la nostra associazione prevede la collaborazione non solo tra volontari ma anche tra amministrazione e cittadinanza.

  • Quale progetto di Retake a Roma vi ha dato maggiore soddisfazione?

Personalmente sono rimasta colpita positivamente dall’adesione di quartieri periferici quali Tor Bella Monaca, dove vi è stata una partecipazione incredibile. Lì abbiamo collaborato con l’associazione “TorPiùBella”, che è nata per contrastare l’illegalità da un’idea molto semplice: la presidente Tiziana Ronzio e altre donne si sono unite in strada e hanno iniziato a pulire con scopa e paletta. Il gesto della scopa in mano è puramente simbolico, vuole indicare una risposta semplice ed efficace: la ripresa di un territorio alienato.

  • Collaborate con i cittadini e con l’amministrazione, avete contatti anche con le imprese?

Abbiamo attivato il progetto “InRetake” che ci aiuta a cooperare con quei negozianti che abbracciano la filosofia Retake. Questi negozianti sono chiamati a firmare un protocollo in cui si impegnano a tenere pulita l’area circostante la propria attività, a staccare adesivi abusivi, a pitturare o ad abbellire e in cambio ricevono una vetrofania di Retake Roma. Questo metodo consente di assegnare delle certificazioni di qualità che diventano un vanto per l’impresa ma soprattutto un criterio di ricerca per il consumatore attento. È un progetto ancora all’inizio e contiamo di svilupparlo maggiormente nella fase di ripresa dopo il Covid, per premiare proprio quei negozi che garantiscono condizioni di pulizia migliori.

  • Riguardo alla tematica Covid-19, mi conferma il vostro impegno nel sostenere 50 famiglie italiane con aiuti alimentari ?

Si, abbiamo compreso di non poterci fermare all’idea di rigenerazione urbana intesa nel suo senso stretto ma che la rigenerazione riguarda anche le azioni di natura sociale e solidaristica. Abbiamo quindi deciso di collaborare con SORTE, dando la nostra disponibilità nel consegnare questi pacchi alimentari alle 50 famiglie in difficoltà selezionate. Inoltre moltissimi altri volontari di Retake, essendo persone che hanno questa particolare inclinazione per l’attivismo, hanno aderito ad altre iniziative simili di altre associazioni.

Retake Roma, intervista a Paola Carra: "Non vediamo l'ora di riprendere le attività" 1

  • Voi come immaginate un futuro riavvio delle attività di Retake dopo questa emergenza sanitaria?

Ora faremo un’operazione di comunicazione, tanto speak up, ci spostiamo sul virtuale. Nella ripresa ci lanceremo anche su progetti sociali, l’idea sarebbe quella di far salire a bordo tante persone che hanno perso il lavoro e che possano collaborare con noi anche facendo un corso di formazione per dar dignità al loro impegno. Poi, dal momento che a Roma manca completamente una squadra di cancellazione scritte e graffiti, ci piacerebbe ipotizzare che si potessero impiegare delle persone in questo settore. Inoltre ovviamente i Retakers non vedono l’ora di tornare a svolgere le attività quotidiane per le città.

Intervista a Paola Carra, svolta da

Alessia Pasotto, laureanda in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo presso Roma 3

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