Roma: il mondo del calcio italiano di Serie A al fianco delle forze dell’ordine per sensibilizzare i tifosi sul fenomeno delle persone scomparse, con la campagna “Quando qualcuno scompare facciamo squadra: chiama subito il 112”, ideata dall’Ufficio del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse, che in accordo con la Lega Serie A, utilizzerà per tutta la durata del Campionato, la più importante “vetrina” di questo sport, gli stadi.
La Lega calcio Serie A aderisce alla campagna “Quando qualcuno scompare facciamo squadra: chiama subito il 112”. Quasi 20mila denunce di scomparsa nel 2021
I tifosi di calcio che dalla metà di aprile sono tornati negli stadi italiani per assistere alle partite della Serie A, da quest’anno, hanno la possibilità di aderire idealmente e prendere nota, dell’importante messaggio della campagna di sensibilizzazione per la ricerca delle persone scomparse, grazie allo striscione che a centrocampo ricorda a tutti l’importanza del numero 112 per le denunce. Un’iniziativa dell’Ufficio del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse, accolta della Lega Serie A, che la ospiterà, così come altre iniziative collegate, in tutte le partite e fino alla fine del Campionato.
Mentre lo striscione reciterà per tutta la durata del match, il claim “Quando qualcuno scompare facciamo squadra: chiama subito il 112” sui maxischermi, verrà diffuso ad inizio incontro un breve filmato emozionale di 30 secondi dove si vedono persone che vagano senza meta. Il video è stato già diffuso in passato nelle iniziative tenute dalla Società Sportiva Lazio, apripista nel mondo del calcio per quanto riguarda il delicato tema della ricerca degli scomparsi.
In base all’accordo messo a punto fra il Commissario straordinario Antonino Bella e il presidente della Lega Lorenzo Casini, verranno realizzate iniziative di prevenzione e di sensibilizzazione, per una campagna che mira soprattutto a far capire che una scomparsa va denunciata subito, affinché venga attivato immediatamente il sistema di ricerca e non si perda tempo prezioso.
“Il messaggio sullo striscione così come il video promozionale pensato per la campagna e passato su maxi schermo – spiega il Viceprefetto vicario Andrea Cantadori – sono finalizzati principalmente ad indicare il numero telefonico “112” da chiamare subito appena si verifica l’evento. La più alta percentuale di ritrovamenti infatti, avviene quando la segnalazione arriva tempestivamente, così che le ricerche vengano immediatamente attivate”.
E’ importantissimo dunque chiamare il 112 quando una persona scompare, questo aiuterà a rendere più alta la probabilità di ritrovamento, con la statistica che insegna purtroppo, che quando più ci si allontana dall’evento della scomparsa tanto più quelle possibilità calano. Ma quali sono i numeri del fenomeno?
Persone scomparse: ecco quali sono i casi più frequenti
Quando si parla di persone scomparse, le situazioni sono le più diverse, dalla sparizione di giovani in età adolescenziale, a bambini vittime di sottrazioni internazionali, che in tal caso sono soprattutto figli minori riportati nel paese di origine.
La fascia più colpita è quella che va dai 14 ai 18 anni di età, e cioè giovanissimi che si trovano in una fase in cui mettono in discussione i modelli genitoriali, ed hanno quella irrequietezza che li fa allontanare da casa, ma spesso anche facendovi ritorno spontaneamente, nell’arco di 24 massimo 48 ore.
Lo stesso non accade invece quando si parla di minori che sono stranieri sbarcati in Italia e ospitati in centro accoglienza, con la percezione del nostro paese come un posto di passaggio. In tal caso si parla di allontanamento da transito.
“Noi consideriamo tutti sullo stesso piano – aggiunge Cantadori – anche perché sono minori arrivati in Italia e dobbiamo tutelarli, se consideriamo oltretutto che una parte di loro sparisce per andare a finire sfruttato nel lavoro in nero o in dinamiche criminali”.
Ci sono poi gli anziani vulnerabili, che escono di casa e non trovano la strada per tornarvi.
Le denunce di scomparsa in Italia hanno sfiorato quota ventimila nel 2021, un numero veramente impressionante: “Da quando c’è la banca dati detenuta presso il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno – spiega il Viceprefetto vicario – è stato determinato il numero di 70mila persone che hanno fatto perdere definitivamente le loro traccia dal 1974, e cioè da quando è stata istituita. Dato che a cui va aggiunto che su più di 270mila denunce di persone scomparse, 200mila ritrovate”.
L’Ufficio del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse
“Come Ufficio del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse, diamo indicazioni su come devono essere eseguite le ricerche, e quali strumenti avvalersi, con diversi accordi anche con Guardia di Finanza, per cani molecolari, elicotteri e aerei Carabinieri e Polizia di Stato, lo stesso Dip. per le Politiche della Famiglia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri per iniziative di prevenzione, Istat, Farnesina, Ministero Esteri. Con Euronet di Londra abbiamo diffuso foto segnaletiche anche sugli sportelli Atm. In particolare in Italia e in Spagna”.
Dopo la proficua esperienza con la Lazio, dove anche di recente alcuni calciatori hanno fatto un appello per la ricerca di Alessandro Venturelli di Sassuolo e il led con l’avviso, ora con tutta la Serie A, l’obiettivo auspicato, potrebbe essere la foto degli scomparsi:
“Dovrebbero essere però quelli con caratteristiche specifiche – spiega – quando si ha a che fare con scomparse recentissimo e magari nell’ambiente dello sport. In 2/3 delle prefetture su 107 per altro c’è una sezione dedicata con le foto con caratteristiche degli scomparsi”.
“Il fenomeno delle persone scomparse riguarda migliaia di persone ogni anno ma ciò nonostante è poco conosciuto – ha concluso Andrea Cantadori – per prevenirlo e contrastarlo stiamo mettendo in piedi una serie di iniziative anche con altre realtà del pubblico come del privato e il mondo del calcio sta dimostrando grande sensibilità su questo tema. I risultati ci sono se certamente positivi come dimostra il fatto che in Italia c’è la percentuale più alta di ritrovamenti rispetto ad altri paesi europei, ma dobbiamo fare di più”.
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