Sarà processato il professore Luca Richeldi, il primario di pneumologia del Policlinico Gemelli in prima linea contro il Covid, denunciato da una paziente per molestie sessuali. Lo specialista dovrà rispondere di violenza sessuale. Il processo si aprirà a giugno 2025.
Luca Richeldi, noto primario del policlinico, sarà processato per abusi sessuali
La vicenda risale all’inizio del 2022: il procedimento venne avviato a piazzale Clodio dopo una denuncia presentata dalla vittima. Secondo l’accusa Richeldi avrebbe molestato la donna al termine di una visita.
Nei confronti dello pneumologo i pm contestano il reato di violenza sessuale aggravata per avere commesso il fatto “con abuso di relazione di prestazione d’opera – è detto nel capo di imputazione – posto che la vittima si era recata a visita dal suo medico di fiducia“.
I difensori del primario puntavano all’astensione del giudice per l’udienza preliminare che aveva rigettato per due volte la loro richiesta di patteggiamento. Ma oggi, 2 ottobre, in apertura dell’udienza preliminare, è stata resa nota la decisione del presidente del tribunale che non ha accolto la richiesta di astensione del gup.
Lo stesso giudice quindi ha disposto il rinvio a giudizio per il primario fissando il processo davanti alla prima sezione penale per il prossimo 3 giugno.
In tribunale era presente anche la parte offesa, assistita dall’avvocata Ilenia Guerrieri.
“Riteniamo che oggi sia stato compiuto un passo importante che dimostra che le donne non devono avere paura di denunciare – ha commentato la penalista al termine dell’udienza. Bisogna superare l’atteggiamento per cui la donna che denuncia prima non viene creduta e poi viene giudicata. Dopodiché ci sarà un tribunale che stabilirà o meno la fondatezza delle accuse, come è giusto che sia”.
La difesa
La parte offesa, a margine dell’udienza, ha aggiunto: “Non bisogna avere paura di denunciare, chiunque si abbia di fronte”.
Il primario si è sempre professato innocente. Il processo dovrebbe stabilire la verità.
I patteggiamenti rifiutati
“Una richiesta non congrua” in quanto siamo in presenza di un episodio di “non lieve entità“. Con queste motivazioni il gup di Roma nei giorni scorsi aveva respinto la seconda richiesta di patteggiamento a 11 mesi e 10 giorni avanzata dal professore Luca Richeldi.
Il giudice si era riservato di decidere dopo l’udienza del 18 settembre in cui i difensori del medico avevano formalizzato la nuova proposta dopo che quella presentata a luglio, a 10 mesi e 20 giorni riconvertita in pena pecuniaria di 49 mila euro, era stata respinta dal gip.
Il giudice ha detto di nuovo “no” motivandola con in una ampia ordinanza nella quale, afferma l’avvocata di parte civile Ilenia Guerrieri, si mette in luce anche “l’assenza di resipiscenza da parte dell’imputato e la mancanza di scuse”.
Ora la disposizione del processo.