La mattina del 20 gennaio del 2021 Joe Biden diventerà ufficialmente il presidente degli Stati Uniti d’America e già dal pomeriggio stesso comincerà l’attività di governo. Le misure che intende adottare sono in parte molto drastiche e sicuramente si muovono in direzione opposta rispetto alle decisioni del precedente governo Trump.
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A gennaio del prossimo anno Joe Biden diventerà ufficialmente il presidente degli Stati Uniti d’America. Il 20 gennaio è il giorno dell’insediamento, con la cerimonia a Washington davanti al Campidoglio, a cui dovrebbe partecipare anche il presidente uscente Trump. Biden annuncia misure si muovono in direzione opposta rispetto a quelle del suo predecessore. Tra queste rientrare negli Accordi di Parigi e cancellare il “travel ban”.
Per far fronte all’emergenza Covid, Biden potrebbe invocare il “Defense Production Act”, una legge approvata durante la Guerra di Corea che consente al presidente di ordinare alle fabbriche di produrre certi beni necessari alla difesa nazionale. Dunque potrebbe essere usata anche per la battaglia contro il coronavirus, per aumentare le scorte di respiratori polmonari e di altri dispositivi medici. La sconfitta del virus è divenuto un simbolo ,durante la campagna elettorale, soprattutto perché confrontabile ad un totale inazione in questo campo dell’avversario politico repubblicano.
Biden intende inoltre cancellare il “travel ban”, cioè il divieto di ingresso negli Stati Uniti imposto da Trump ai cittadini di paesi a maggioranza musulmana dell’Africa e dell’Asia. Inoltre il governo democratico si vuole impegnare nel rinforzare il programma DASA, per la protezione di 700 mila minorenni entrati negli Stati Uniti illegalmente, che rischiavano la deportazione.
Poi Biden ha intenzione di rientrare negli Accordi di Parigi, da cui gli Stati Uniti sono ufficialmente usciti il 5 novembre di questo stesso anno. Ha quindi reso chiaro che intende ripristinare tutte le cento norme di protezione dell’ambiente istituite da Obama e cancellate da Trump, che imponevano regole all’utilizzo e all’estrazione di carburanti fossili, specie il carbone, e fissavano limiti stringenti alle emissioni in molti settori. Trump inoltre aveva approvato esenzioni e trattamenti preferenziali per la costruzione di nuovi oleodotti e gasdotti e aveva incoraggiato l’esplorazione di nuovi giacimenti.
Alessia Pasotto
Dottoressa in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo,
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