Tanto tuonò, che piovve. Dopo mesi e mesi tribolati, nonostante la Conference League vinta e in bacheca, una finale di Europa League persa a fine stagione scorsa contro il Siviglia e tanti momenti di amore puro con i tifosi giallorossi, i Friedkin, padroni americani dell’As Roma, decidono per il “ribaltone” in panchina, esonerando dall’incarico di primo allenatore il portoghese per eccellenza, lo “special one”, Josè Mourinho.
L’allenatore portoghese della Roma, lo “Special One”, viene esonerato dalla famiglia Friedkin per la scarsità di risultati dell’ultimo periodo, culminato con nono posto attuale, in una situazione allo sbando
Fatali gli ultimi risultato fortmente negativi, dopo un ciclo d’acciaio di partite con le “prime della classe” ma non solo (sconfitte contro Juventus e Milan, cocente 2-0 subito dal Bologna, vittoria con il Napoli, pareggio casalingo contro l’Atalanta per 1-1 e contro la Fiorentina e un rendimento fuori dalle mura di casa che è da pianto greco), la scarsa forma di una squadra troppo dipendente dal pur grande estro di Dybala, unico fuoriclasse vero in rosa, le polveri bagnate di Lukaku e un “non gioco” che, soprattutto in serie A, è stato il continuo, triste marchio di fabbrica dei giallorossi, che pure hanno il terzo monte ingaggi più alto della serie A dopo Juventus e Inter.
Oggi, martedì 16 gennaio, finisce intorno alle 9.30 un’epoca, con l’As Roma che tramite i propri canali ufficiali dirama un comunicato che conclude formalmente, ma seccamente, il ciclo tecnico dell’allenatore lusitano, che, come accaduto altre volte, viene esonerato per scarsità di risultati, come un “comune mortale”, come già accaduto al Chelsea, non terminando il contratto in essere e con il rinnovo dell’attuale legame con la Roma che tardava ad arrivare ed era in scadenza a giugno.
I silenzi della famiglia Friedkin si erano fatti insistenti, tanto che nessuno, di fatto, conosce la voce del Patron Dan, e ora la bomba è stata sganciata, con spettacolarità del tutto americana.
Addirittura ben prima dell’ultimo k.o. contro i rossoneri di Pioli, Mou aveva fatto scalpore per il fatto che ancora prima di scendere in campo a San Siro, aveva accennato che non avrebbe comunque parlato dopo la partita, e i silenzi dopo le gare erano ormai diventati un “classico”, così come le prestazioni non all’altezza.
Josè Mourinho conferma il fatto che i suoi cicli non durano storicamente mai più di tre anni in panchina, tranne che nella prima tranche tecnica al Chelsea di Abramovich, tanto che neppure al Real Madrid né nell’Inter del Triplete Coppa, Champions League e Campionato, era stato più di tre stagioni ad allenare la stessa squadra.
Senza appello il 3-1 subito domenica sera contro il Milan nell’ultima giornata, la prima di ritorno, dove i “resti” del Milan (10 infortunati e 2 giocatori in coppa d’Africa, Chuckwueze e Bennacer) avevano battuto senza appello una Roma altrettanto decimata.
Il capitano Lorenzo Pellegrini ancora una volta tenuto fuori dai titolari nonostante contro il Napoli fosse entrato e avesse fatto il gol della vittoria, Paredes che a sorpresa batte il calcio di rigore nonostante Lukaku e lo stesso Pellegrini, rigoristi da sempre quando non c’è Dybala, fossero presenti entrambi sul terreno di gioco.
Tutti particolari che facevano capire come ormai si era arrivati, se non all’autogestione, quantomeno al “caos organizzato”, per usare un eufemismo.
Mettere Svilar in campo, il derby perso in Coppa Italia con la Lazio alla partita precedente, lamentarsi del mercato da due anni a questa parte, non hanno aiutato a tenere la proprietà dalla sua parte, e vedere Belotti – una riserva – parlare ai microfoni nel post-partita, metterci la faccia – nella pancia di San Siro, anzichè lui, squalificato in tribuna, hanno fatto capire che tante cose non andavano da tempo e spesse volte la costanza era una squadre in preda a una crisi di nervi, con le sue continue espulsioni per proteste e un continuo scontro con la classe arbitrale e il sistema calcio.
“Ringraziamo José a nome tutti noi all’As Roma per la passione e per l’impegno profusi sin dal suo arrivo in giallorosso – hanno detto Dan e Ryan Friedkin i plenipotenziari giallorossi – Conserveremo per sempre grandi ricordi della sua gestione, ma riteniamo che, nel migliore interesse del club, sia necessario un cambiamento immediato. Auguriamo a José e ai suoi collaboratori il meglio per il futuro”.
Ora la Roma, che è nona in classifica e a meno 5 punti dalla Champions che viene ritenuto obiettivo improrogabile, in una tonnara di classifica che coinvolge oltre la Roma, molte altre squadre in pochi punti, deve resettare il chip e risolvere tanti problemi.
Subito, dopo poche ore dal comunicato che annunciava la separazione da mourinho, veniva annunciato ufficialmente dalla proprietà, l’insediamento di Daniele De Rossi, (bandiera giallorossa, figlio di Alberto, mago della Primavera dei capitolini, campione del Mondo, orgoglio di Ostia e fermo al palo da tempo dopo l’esonero dalla Spal alla prima esperienza da allenatore, in serie B).
Tra poco andrà trovato anche un nuovo direttore sportivo, dato che, in un’altrettanto grottesca situazione, Tiago Pinto si è dimesso a partire dalla fine di questo calciomercato, fatto da sempre con pochi spiccioli per i ben noti paletti finanziari imposti dall’Uefa, e tra una quindicina di giorni se ne andrà pure lui “deportoghesizzando” la squadra. E la Roma, si ritrova molto, molto meno “special”, nonostante gli infiniti “sold out”, e con una a questo punto tremendissima doppia sfida con le pericolanti Verona prima (sabato pomeriggio alle 18 all’Olimpico) e Salernitana, senza i due squalificati Mancini e Cristante e per ora con 1 solo acquisto, per giunta in prestito dall’odiata Juventus, il 18enne difensore centrale olandese Huijsen, in un trionfo degli assurdi.
“Mou-Out”: Le reazioni della stampa mondiale sull’esonero di Mourinho
Una notizia di questa portata, subito, a caldo, non poteva non scatenare fiumi di parole e inchiostro in tutto il mondo tra web, carta stampata, radio, e tv, con la scelta dei Friedkin che è subito divantata anche trend topic sui social e i principali siti, sportivi e non, in giro per il globo, hanno titolato in ogni modo possibile, esprimento stupore.
“A Bola” in Portogallo, scrive “la Roma annuncia l’esonero di Mourinho”, mentre gli spagnoli di Marca titolano “La Roma espelle Mourinho”, o il Mundo Deportivo apre con “La Roma esonera in maniera improvvisa Mourinho”.
Anche gli inglesi, dove Mou ha militato molti anni, non solo al Chelsea, ma anche al Tottenham, sempre a Londra ma sponda “Spurs”, in prima pagina parlano del suo tribolato addio alla As Roma: Dapprima il The Sun “Non resta Mou”, così come oltralpe, in Francia, dove la bibbia dello sport francese, l’Equipe, sintetizza il momento epocale, scrivendo “Mourinho e la Roma, è finita”.
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