Roma, botte e costretti a mangiare terra per fame: la storia raccapricciante di due fratellini

Il caso dei due fratellini salvati da due poliziotti e dall'Umberto I raccontata dai medici

I due fratellini trovati in stato di abbandono
I due fratellini salvati. Qui ormai sereni durante il ricovero in ospedale

Per fame avevano mangiato anche la terra. Denutriti e pieni di lividi. E’ così che a maggio a Roma sono stati trovati due fratellini di 4 e 6 anni. Due agenti di Polizia, commossi, li hanno accompagnati all’Umberto I dove sono stati salvati. Come lo racconta lo stesso ospedale.

Il caso dei due fratellini salvati da due poliziotti e dall’Umberto I raccontata dai medici

Due piccoli bimbi di appena 4 e 6 anni, sono stati portati dalla Polizia al nostro Pronto Soccorso il 10 maggio alle 16.47 – scrivono dall’Umberto I – I due fratellini, per i quali useremo i nomi di fantasia Pietro e Paolo e che vedete ritratti in alcune di queste foto, sono stati ritrovati dai poliziotti soli ed abbandonati in una zona fuori dal Raccordo anulare. Presentavano segni di denutrizione, sporcizia, ematomi e cicatrici. Erano in un totale stato di abbandono. Le loro prime parole comprensibili sono state un grido di aiuto: “Non vogliamo tornare dalla mamma, abbiamo fame, vogliamo il gelato“.

Entrambi presentavano gravi problemi alimentari. La malnutrizione da loro subita era talmente grave che alcuni esami lasciavano pensare, a causa dei residui nello stomaco, che avessero mangiato terra.

Grazie all’eccezionale professionalità e competenza del nostro team attivato in tempi strettissimi dalla Dottoressa Laura De Vito, medico di Direzione sanitaria, i bambini sono stati immediatamente ricoverati nella Terapia Intensiva Pediatrica della Dottoressa Papov, dove sono rimasti fino al 17 maggio, per poi essere trasferiti in Gastroenterologia pediatrica seguiti dalla Dottoressa Marina Aloi.

L’equipe di medici e sanitari attivata intorno a Paolo e Pietro ha lavorato su differenti piani.

I neuropsichiatri infantili hanno approfondito l’aspetto neurologico mentre grazie alla dedizione di nutrizionisti, come la Dottoressa Isabella Preziosa, e dietisti, come la Dottoressa Romina Alberti, è stata creata una dieta personalizzata per ciascuno di loro.

Una dieta costantemente aggiornata in base alle loro necessità ed ai loro piccoli ma costanti miglioramenti che, col tempo, ha consentito loro di poter mangiare tutto senza problemi.

La cura e l’attenzione non si sono limitate al solo aspetto medico. Cinque infermieri dedicati, coordinati dal Dott Carmine Rullo, si sono alternati per prendersi cura di loro 24 ore al giorno, costruendo un rapporto di fiducia. Grazie alla sensibilità del nostro personale infermieristico, sono stati rilevati ulteriori problemi di salute nel più piccolo dei due che hanno necessitato di ulteriori approfondimenti.

Cure e abbracci

Ogni giorno, Pietro e Paolo hanno mostrato segni di miglioramento. Se all’inizio evitavano di guardare negli occhi, con il tempo e grazie all’affetto ricevuto, la loro fiducia è cresciuta e si sono lasciati andare anche agli abbracci.

Il piccolo Pietro, nonostante avesse 4 anni, all’arrivo in Pronto soccorso non era in grado neppure di camminare. Col tempo e con l’aiuto di fisioterapisti ha imparato a farlo, ad andare sul monopattino e anche a ballare.

Il loro percorso di rinascita è stato illuminato dalla generosità dei volontari dell’associazione ARVAS, dai tanti regali che hanno ricevuto e dall’enorme affetto di tutti i professionisti sanitari che si sono occupati di loro.

Un affetto sterminato, dimostrato ogni giorno da infermieri, medici ed operatori del policlinico Umberto 1 che si sono prodigati – ben oltre il loro impegno lavorativo – per far tornare un barlume di serenità e speranza negli occhi dei due piccoli.

La collaborazione fattiva tra i nostri servizi sociali e le istituzioni preposte ha portato a importanti decisioni legali per garantire il benessere dei bambini.

Revocata la patria potestà

Anche grazie alla testimonianza di Debora Porfiri, Assistente Sociale del Policlinico, oltre che all’insieme di indagini svolte dalle autorità competenti che hanno confermato il grave stato di abbandono dei piccoli e di irresponsabilità totale dei genitori, è stata revoca loro la patria potestà.

Per i due bambini si è cercata una Casa Famiglia in cui potessero vivere, crescere e divertirsi come dovrebbero fare due bimbi.

Tre mesi di ricovero

Il 6 luglio hanno lasciato l’ospedale. Il più grande è andato subito nella nuova Casa, mentre il piccolo Pietro è stato sottoposto a un delicato intervento in Neurochirurgia Pediatrica per ridurre delle raccolte ematiche, causate dalle percosse subite negli anni, che pressavano sul suo cervello e ne compromettevano la vista e altre funzioni.

Oggi, Pietro e Paolo vivono serenamente in Casa Famiglia e sono adottabili! La scorsa settimana sono tornati al Policlinico per una visita di controllo e la loro salute è notevolmente migliorata.

Questa è la storia di una lotta e di una rinascita, resa possibile grazie allo spirito di sacrificio, collaborazione e abnegazione al lavoro degli straordinari professionisti del Policlinico Umberto I di Roma. Auguriamo ai nostri due angioletti di avere presto una famiglia che li ami incondizionatamente e che garantisca loro un futuro ricco di amore, gioie e soddisfazioni. Dopo quello che hanno passato nei primi anni di vita, nessuno lo merita più di loro.
Ringraziamo di cuore tutti i medici, infermieri, volontari e personale che gli ha dedicato tutta la professionalità e l’amore possibili e hanno reso possibile questo lieto fine.