Ruffo, Osservatorio per la Legalità: “L’Agenzia per i beni confiscati spieghi abbandono del Village” (VIDEO E FOTO)

Sull’incendio che ha danneggiato alcune cabine e la veranda del ristorante dello stabilimento balneare Village, affidato in gestione all’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla criminalità, Federico Ruffo alza la voce

Da quattro mesi stiamo cercando di capire perché il Village giace in rovina ma nessuno è stato in grado di darci una risposta”. Federico Ruffo, giornalista e presidente dell’Osservatorio per la Legalità del X Municipio, dopo l’incendio che l’altra notte ha pesantemente danneggiato alcune cabine e la veranda del ristorante dello stabilimento balneare Village di Ostia, alza la voce. E chiede conto di quello che succede.

Sull’incendio che ha danneggiato alcune cabine e la veranda del ristorante dello stabilimento balneare Village, affidato in gestione all’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla criminalità, Federico Ruffo alza la voce

Qualunque sarà l’esito delle indagini sul rogo che la scorsa notte ha distrutto parte del Village Beach – sottolinea Ruffo – stiamo comunque parlando del sesto incendio in uno stabilimento di Ostia in quattro mesi, ma soprattutto del chiaro fallimento da parte dell’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata nella gestione del bene simbolo della lotta ai clan del litorale”.

Appena insediatomi, lo scorso febbraio, come primo punto all’ordine del giorno della prima assemblea dell’Osservatorio, chiesi di discutere proprio delle sorti del Village per un motivo ben preciso: quello era e resta il bene simbolo di tutti i beni mai confiscati alla mafia ad Ostia, il modo in cui viene gestito definisce (a torto o a ragione) il modo in cui combattiamo i clan e sappiamo soffocarne gli appetiti. Non potevamo permetterci che per tutta l’estate i cittadini di Roma, passando davanti allo stabilimento, recepissero il messaggio che le ricchezze sequestrate alla criminalità finiscono in rovina, ed il Village da due anni era completamente abbandonato perché l’Agenzia per i beni confiscati non lo aveva riassegnato”.

In quattro mesi – prosegue Ruffo – nessuno è stato in grado di dirci perché il bene giacesse in rovina, mantenendo tra l’altro al suo interno tre distinti abusi edilizi regolarmente contestati dall’Ufficio Tecnico. Personalmente trovo inconcepibile che il bene che più di tutti ha segnato la lotta al clan Fasciani, situato al centro di Ostia, sotto gli occhi di tutti, rimanga ‘inassegnato’ per due anni e senza alcuna forma di vigilanza che tuteli quello che ne resta”. Va ricordato che per la gestione del Village da parte di incaricati dell’Agenzia Nazionale sono state raggiunte da misure cautelari nove persone e 34 soggetti sono indagati.

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In primo piano i carrelli dei rovistatori di cassonetti che vivono nello stabilimento balneare Village – canaledieci

Tutto questo – aggiunge Ruffo – rischia di porre a rischio anche l’iniziativa del Comune di Roma che nei mesi scorsi aveva scelto di avocare a sé il bene, mettendone a bando la concessione, la cui graduatoria deve essere pubblicata nei prossimi giorni: i nuovi assegnatari saranno ancora disponibili a gestire uno stabilimento parzialmente incenerito e danneggiato?”.

Il Faber Village non è purtroppo l’unica struttura balneare confiscata o sotto sequestro e per tutte si ripropone un identico copione, figlio di tempi lunghissimi per la riassegnazione del bene e di anni alla mercè di chiunque, senza alcuna forma di vigilanza”. “Ostia – insiste Ruffo – è forse la zona che attraverso il proprio mare ha pagato il tributo più alto al crimine organizzato e alla sua infiltrazione, non può e non deve continuare a pagarlo anche oggi: servono regole diverse e tempi più veloci per l’abbattimento degli abusi su spiaggia e la riassegnazione dei beni, serve un dialogo più stretto con l’Agenzia per i Beni Confiscati, urgono fondi e mezzi per garantire il controllo degli stabilimenti durante le fasi di stallo”.

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Nella foto, in basso a destra, si nota il giaciglio ricavato da senza fissa dimora in una delle cabine del Village – canaledieci

A tal fine – conclude Federico Ruffo – proponiamo che Municipio X, Roma Capitale, Agenzia del Demanio, Agenzia per i Beni Confiscati alla criminalità organizzata, Agenzia delle Dogane, Regione, ed ogni altro ente competente in materia, creino un apposito tavolo attorno al quale riunirsi e prendere in mano la situazione in attuazione del principio costituzionale di leale collaborazione tra pubbliche amministrazioni”.