Rischia di saltare o, al più, di arrivare a stagione balneare avanzata l’operazione di attrezzare le spiagge libere urbane di Ostia. La concessione dei permessi per la posa dei chioschi promessi dall’amministrazione capitolina per quella che è stata presentata come una svolta epocale nei servizi pubblici balneari, è in altissimo mare. E qualcuno dei possibili assegnatari sta valutando di abbandonare l’impresa.
Riunione tra vincitori del bando per le spiagge libere urbane, uffici capitolini e municipali: permessi in alto mare, la stagione balneare con chioschi e lettini rischia di saltare
A distanza di due settimane dalla pubblicazione della graduatoria, i vincitori (non ancora assegnatari) del bando per la gestione delle spiagge libere urbane di Ostia hanno preso atto della disorganizzazione dell’amministrazione locale rispetto alla concessione dei permessi per la posa delle attrezzature. A rendere economica l’operazione per le imprese che hanno aderito alla gara è la posa di chioschi nei quali allestire un punto ristoro oltre che il magazzino per la custodia di ombrelloni e lettini. E, si è scoperto, che rispetto a questo punto il X Municipio pretenderebbe un permesso a costruire oltre ai pareri autorizzativi della Soprintendenza paesaggistica, Capitaneria di Porto e Agenzia del Demanio. Con i tempi dell’amministrazione, significa un’attesa almeno di un paio d’anni per risolvere la pratica.
La licenza edilizia
D’altra parte fu proprio l’assenza di licenza edilizia rilasciata dal Comune di Roma a motivare l’amministrazione Raggi a demolire tutti quei chioschi realizzati dalle precedenti (Rutelli e Veltroni).
Tra i tecnici a supporto dei futuri gestori, ieri c’è chi ha ricordato che nella fattispecie è possibile fare ricorso alla cosiddetta edilizia facilitata per la quale è previsto che, in caso di posizionamento di chioschi facilmente rimovibili entro 180 giorni dalla loro posa, è possibile procedere con una semplice comunicazione Cila all’Ufficio tecnico senza dover attendere gli altri permessi attraverso l’istituto del cosiddetto silenzio assenso immediato.
Gli allacci ai servizi pubblici
Resta il problema degli allacci, in particolare alla condotta idrica, alla rete elettrica e alla rete telefonica (per l’uso dei Pos bancari). In questi casi bisognerebbe poter contare su autorizzazioni rapide e, soprattutto, sulla collaborazione degli anti interessati (Acea, Areti ecc). Infine, è necessario interloquire anche con la Asl per i permessi igienico sanitari legati alle attività di ristorazione.
Infine, va affrontato il problema delle diverse situazioni per ciascuna delle spiagge interessate. Su alcuni arenili sono già disponibili passerelle d’accesso per disabili e servizi igienici ma l’amministrazione non ne vuole tenere conto e intende procedere obbligando i futuri gestori a posizionarne di nuovi. Una condizione che rallenta ulteriormente la procedura per la quale si è concordato che la prossima settimana i tecnici dell’amministrazione procederanno a sopralluoghi individuali, spiaggia libera per spiaggia libera.
A rischio l’intera l’operazione
Di fronte a questo guazzabuglio burocratico che pone enormi ostacoli per la possibilità di un riscontro economico dell’operazione (pulizia e servizio di salvamento sarebbero garantiti pubblicamente con la resa del noleggio degli accessori e con gli incassi del punto ristoro), c’è chi ha fissato una dead line. “Se entro la metà di giugno prossimo non avremo posizionato il chiosco, ci ritireremo dall’iniziativa” hanno mormorato alcuni dei vincitori dell’appalto.