Dalla prossima estate ogni spiaggia libera di Ostia potrà accogliere un punto ristoro con tanto di bar, noleggio lettini e ombrelloni, vendita di costumi, pinne e occhiali. Nel bando di gara per la gestione delle nove spiagge libere del litorale romano, infatti, il Campidoglio consentirà ai vincitori la posa di container nei quali ospitare tutte quelle “attività commerciali funzionali alla fruizione della spiaggia e alle attività balneari in genere”.
Nel bando di gara pubblicato dal Comune di Roma i gestori delle spiagge libere potranno montare container per accogliere bar, noleggio lettini e ombrelloni, primo soccorso e toilette
Si demolisce, dunque, un tabù che per quasi dieci anni ha condizionato la qualità dell’offerta balneare sulle spiagge libere di Ostia. Dopo le demolizioni imposte dalla Giunta Marino nel 2018 per abusi commessi eppure autorizzati dallo stesso Municipio, torneranno dunque i chioschi-bar sulle spiagge libere di Ostia. Lo indica il bando di gara pubblicato dall’amministrazione capitolina per la gestione di nove arenili pubblici: sono la contropartita che si offre ai futuri gestori per garantire i servizi d’assistenza ai bagnanti, la pulizia degli arenili, la disponibilità delle toilette pubbliche e il pagamento dei canoni di concessione.
Le spiagge libere che cambiano
Sono nove gli arenili pubblici che, dunque, sono destinati a cambiare volto e offerta pubblica già a partire dalla prossima stagione balneare. Ecco l’elenco, con il punto di riferimento preciso:
- Spiaggia rossa LOTTO A (lungomare Duca degli Abruzzi, 200 mt lineari tra primo pennello di scogli civico 50 e secondo pennello piazza Gasparri;
- Spiagge libere Cotto e Ocra LOTTO B (lungomare Duca degli Abruzzi, 200 mt lineari tra secondo pennello di scogli e terzo al civico 28);
- Spiagge libere Senape e Limone LOTTO C (lungomare Duca degli Abruzzi, 200 mt lineari tra terzo pennello di scogli e quarto al civico 20);
- Spiagge libere Rosa e Sabbia LOTTO D (lungomare Duca degli Abruzzi, 230 mt lineari tra quarto pennello di scogli e lo stabilimento Aneme e Core);
- Spiaggia libera Verde LOTTO E (ex Faber Beach, lungomare Paolo Toscanelli, 127 metri lineari tra lo stabilimento Aneme e Core e il Village);
- Spiaggia libera Gialla LOTTO F (ex Spiaggia degli sposi, lungomare Paolo Toscanelli, 135 metri lineari tra Bahia e Conchiglia);
- Spiaggia libera Grigio LOTTO G (ex Spiaggetta, lungomare Caio Duilio, 35 metri lineari tra stabilimenti Delfino e Belsito);
- Spiaggia libera Spqr LOTTO H (lungomare Amerigo Vespucci, 68 metri lineari, tra stabilimenti Venezia e Gambrinus);
- Spiaggia libera Bianca LOTTO I (ex Amanusa, lungomare Amerigo Vespucci, 103 metri lineari tra gli stabilimenti Bungalow e La Bonaccia).
Le dimensioni dei container-bar
Nel suo bando di gara il Campidoglio fissa, ovviamente, le dimensioni che i container dovranno avere. I manufatti potranno contare su una superficie massima di 47,50 metri quadrati per un’altezza massima di 3 metri. Davanti o intorno al punto-ristoro si potrà montare una tenda ombreggiante di 35 metri quadrati. La parte destinata all’attività commerciale è di un massimo di 25 metri quadrati.
I container dovranno essere in materiale ecocompatibile, senza l’impiego di plastiche e vernici inquinanti.
I servizi ammessi sulle spiagge libere
Sulle spiagge libere di Ostia sono ammesse, dunque, tutte quelle “attività commerciali funzionali alla fruizione della spiaggia e alle attività balneari in genere, a condizione che si svolgano nell’ambito della struttura del punto ristoro”. Container che potranno essere affiancati da “zone d’ombra, arredi ad uso comune collegati al punto ristoro” e da un “servizio di accoglienza”. Sul piano commerciale, dunque, si potranno allestire bar ma anche negozietti di vendita di pinne, occhiali, costumi da bagno.
Sull’arenile pubblico si potranno offrire “servizi di animazione ed intrattenimento; servizi per la cura della persona e il benessere fisico; spazi destinati ad aree verdi; aree attrezzate per lo sport, il gioco e lo svago”.
Tutte le spiagge libere potranno diventare fido-beach
Nel regolamento delle spiagge libere che il Campidoglio mette a gara per la gestione dei privati, tutti gli arenili pubblici potranno accogliere animali d’affezione. All’articolo 3.2 del bando di gara, infatti, viene specificato che in ciascuna spiaggia libera sono ammessi “spazi idonei spazi riservati all’accoglienza degli animali da compagnia nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza”. Non è detto, però, che anche il Comune di Roma possa allestire una spiaggia dog-friendly, considerato che quella dove è sempre stata collocata dal Municipio, ovvero l’ultimo lembo di arenile di lungomare Duca degli Abruzzi a ridosso del porto, non figura tra i lotti messi in gara per la gestione.

Gli obblighi come contropartita
I gestori non dovranno pagare royalty al Campidoglio ma come contropartita per le attività commerciali concesse ai gestori sulle spiagge libere, l’amministrazione chiede tutta una serie di servizi che prima venivano svolti con fondi pubblici (quasi tre milioni di euro per l’ultima stagione balneare con grossi problemi nei servizi). Chi si aggiudicherà la gestione delle spiagge libere di Ostia dovrà fornire “il servizio di soccorso e salvamento in mare, comprensivo dei sistemi di sicurezza, delle attrezzature di primo soccorso e dei servizi di assistenza ai bagnanti, per l’intera durata della stagione balneare”. Il Campidoglio, invece, riusciva a malapena ad assicurare il salvamento tutti i giorni solo nei mesi di luglio e agosto, nei fine settimana per il resto della stagione.
I gestori, poi, dovranno provvedere alla pulizia della spiaggia, magari anche “in collaborazione con altri concessionari”. Non viene specificato nel bando con quale cadenza, se giornaliera o settimanale (come faceva il Comune di Roma). Infine, i gestori dovranno realizzare “percorsi adeguati fino alla battigia per garantire l’accessibilità dell’arenile anche alle persone diversamente abili”.
Ovviamente i gestori si impegnano anche a pagare i canoni concessori che sono così articolati:
Durata della concessione
Come nel caso della gestione degli stabilimenti balneari e dei chioschi messi a gara in queste ore dal Campidoglio, anche per le spiagge libere la durata della concessione è di una sola stagione balneare, rinnovabile per altre due a giudizio insindacabile del Comune di Roma. Si noti bene: la dizione “stagione balneare” e non annuale, indica che i servizi saranno garantiti solo dal 1 maggio al 30 settembre e non oltre.
La commissione aggiudicante valuterà le offerte sulla base della qualità della proposta progettuale (gestione, impatto visivo, architettonico e ambientale, accessibilità) ma anche in base all’esperienza pregressa, alla componente giovanile della squadra e alla parità di genere.
Ciascun vincitore potrà gestire al massimo una sola spiaggia libera. Le domande dovranno pervenire sul sito tuttogare entro e non oltre la mezzanotte del 17 marzo.
Rebus Castelporziano
Il Comune di Roma non ha ancora stabilito il da farsi per la gestione della spiaggia libera di Castelporziano: quella conosciuta dai romani come “I Cancelli” è la spiaggia libera attrezzata più vasta d’Europa eppure Gualtieri e gli assessori non hanno ancora comunicato come intendano affrontare la stagione balneare 2025. Sotto traccia si starebbero muovendo i gestori dei chioschi per raggiungere un accordo con il Campidoglio, una sorta di project financing pluriennale. Nel 2024, in emergenza come al solito, l’amministrazione locale raggiunse un accordo con i gestori che fornirono il servizio di salvamento, fondamentale per un arenile che ha un fronte mare di 1750 metri. Per questo i titolari dei chioschi sono stati rimborsati della spesa affrontata.
Per il 2025 e per gli anni futuri cosa si intende fare, visto che Castelporziano non figura tra i lotti messi a gara in questo avviso pubblico?
Le perplessità
Ovviamente non mancano le perplessità riguardo al bando di gara. La più importante di tutte è relativa ai permessi che dovranno essere rilasciati per l’esercizio delle attività di bar e ristorazione: senza un allaccio in fogna degli scarichi, le autorità sanitare potranno autorizzarle? Per le toilette, come si è sperimentato ampiamente, è possibile l’impiego di bagni chimici ma per gli scarichi della ristorazione come dovranno fare i gestori?
Altro aspetto è la mancanza di un modello uniforme di chioschi. Pur definendo i paletti sull’uso del materiale consentito ovvero di componenti ecocompatibili, potrebbero essere realizzate forme astruse e non rispettose, magari, delle architetture locali. E la domanda è: il parere della Soprintendenza sarà solo successivo all’assegnazione della concessione? Peraltro, in mancanza di un titolo edilizio, un qualsiasi pubblico ufficiale potrebbe contestare l’abusivismo di quelle strutture, seppure rimovibili e previste dal bando.
Infine, poichè il successo commerciale dei chioschi delle spiagge libere di Ostia in passato è stato dovuto alle attività di intrattenimento serale, il bando di gara non indica se queste saranno permesse. E, in mancanza di specifica determinazione, il rischio è che i punti-ristoro sugli arenili pubblici dovranno chiudere con la cessazione dei servizi balneari ovvero alle ore 19,00.