D’ora in poi, salvo decisioni contrarie da parte dei magistrati amministrativi, chi gestirà gli stabilimenti balneari di Ostia dovrà corrispondere una parte del fatturato al Comune di Roma. Oltre a pagare canoni demaniali, tassa sui rifiuti e Imu. Pubblicato il bando di gara, si scopre quale è l’entità delle royalty ovvero della percentuale sul fatturato pretesa dal Campidoglio.
Pubblicato il bando di gara per la gestione degli stabilimenti balneari di Ostia, il Campidoglio ha fissato un obbligo per i concessionari di pagare la percentuale sul fatturato
Come annunciato già nel nostro articolo di presentazione dei nuovi criteri per l’affidamento delle concessioni demaniali marittime di Ostia, il bando di gara pubblicato oggi sul sito istituzionale tuttogare del Comune di Roma, indica quale è l’entità delle royalty che i nuovi concessionari degli stabilimenti balneari dovranno versare all’esattoria capitolina. Il dettaglio si trova all’articolo 14 del bando di gara, quello relativo all’offerta economica.
“Il concorrente – recita il dispositivo – fermo restando l’obbligo di pagamento del canone annuale di concessione e della relativa imposta regionale, dovrà inserire, a pena di esclusione, nella specifica busta, la propria Offerta Economica, costituita da una percentuale unica offerta, a titolo di royalty, da applicarsi sul fatturato complessivamente realizzato nell’esercizio della concessione, in aumento rispetto alla royalty del 2,00 % (duepercento) a base d’asta”. Dunque la percentuale che il concessionario sarà non sugli utili ma sul fatturato complessivo, incluse quindi le spese di gestione. L’importo parte da un minimo del 2% ed è a vantaggio del concorrente, per scalare la graduatoria rispetto al punteggio economico, offrire una percentuale maggiore purchè multipla di due punti.
Il bando di gara specifica anche che “la royalty offerta in gara dal concessionario dovrà essere corrisposta all’Amministrazione, a cadenza trimestrale, entro e non oltre il termine di 30 giorni dalla fine di ogni trimestre, decorso il quale si applicheranno, sugli importi dovuti, gli interessi moratori”.
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I canoni concessori
Il Campidoglio, sulla scorta dei rilievi effettuati dai tecnici e da “Risorse per Roma” sulle consistenze degli stabilimenti balneari, ovvero della reale superficie assegnata e sulla percentuale di quella coperta, ha definito i canoni che il vincitore di ciascun loto dovrà corrispondere in pagamento allo Stato. Ecco quanto dovranno pagare in termini di canone concessorio annuo nella tabella che segue.
La durata della concessione
Il candidato potrà partecipare a più lotti, come specifica il regolamento della gara all’articolo 4. L’operatore economico “può presentare la propria migliore offerta per un numero massimo di Lotti come di seguito stabilito: A) Stabilimenti balneari: è consentita la partecipazione ad un massimo di n. 3 (tre) Lotti; B) Esercizi di ristorazione: è consentita la partecipazione ad un massimo di n. 2 (due) Lotti; C) Spiagge libere con servizi: è consentita la partecipazione ad un massimo di n. 1 (un) Lotto”. Le candidature vanno presentate entro e non oltre il 17 marzo prossimo.
La durata della concessione è indicata in un solo anno (per i ristoranti e chioschi) o stagione balneare (per gli stabilimenti). E’ facoltà dell’amministrazione capitolina concedere una proroga per altri due anni (o stagioni).
Molti dei concessionari uscenti hanno annunciato ricorsi e per questo motivo è stato già affidato l’incarico a un collegio di esperti di norme amministrative. Peraltro, ci sono studi legali che hanno addirittura avviato specifiche pubblicità per “catturare” clienti da tutelare contro il Campidoglio.