Incidente mortale in viale delle Milizie: travolto un pedone da un’auto

Sull'incidente di viale delle Milizie sono intervenuti Polizia Locale e 118

Incidente mortale in viale delle Milizie: muore una donna investita da un'auto
Le pattuglie sul luogo dell'incidente mortale a viale delle Milizie

Nuova tragedia sulle strade della Capitale. Un pedone è morto in viale delle Milizie dopo essere stata investita da un’auto. Si tratta di una donna di 74 anni. Il suo nome Maria Rita Londei. La pensionata è stata falciata da un’auto mentre rientrava a casa dopo aver fatto la spesa.

Sull’incidente di viale delle Milizie sono intervenuti Polizia Locale e 118

L’incidente mortale è avvenuto oggi, venerdì 31 gennaio, intorno alle 13 in viale delle Milizie.

La pensionata, molto conosciuta nel quartiere, è stata investita da un’auto, una Fiat Panda alla guida della quale c’era una signora di 81 anni, che si è fermata subito dopo lo scontro.

Sul posto sono arrivati i soccorsi del 118 ma purtroppo per la 74enne non c’è stato nulla da fare. La conducente dell’auto, sotto choc, è stata ricoverata all’ospedale Santo Spirito.

L’incidente, avvenuto all’altezza del civico 124, è stato rilevato dagli agenti del I Gruppo Prati della Polizia Locale di Roma Capitale.  

Viale delle Milizie è stata temporaneamente chiusa nel tratto compreso tra viale Angelico e largo Trionfale.

Al momento sono in corso i rilievi da parte della Polizia Locale per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.

La scorsa notte, a Tivoli, aveva perso la vita Claudio Misseri, un ragazzo di 21 anni, vittima di un incidente stradale avvenuto sulla via Maremmana Inferiore all’altezza del Villaggio Adriano.

La dura reazione dell’Ugl

Dall’inizio dell’anno sono già decine le vittime della strada – dichiara Paolo Emilio Nasponi, coordinatore romano Ugl – ed ancora non è chiaro un piano di prevenzione e programmazione che una città come Roma dovrebbe adottare per fermare questa carneficina. L’idea che appare è che l’amministrazione sia più interessata a concentrarsi sui moderni sistemi di sanzione elettronica (il famigerato Cerbero) che non a pianificare controlli, prevenzione e programmazione”.
“Anche perché – continua il sindacalista – questi dovrebbero passare grazie al lavoro dei caschi bianchi a cui, però, non viene riconosciuta alcuna indennità di rischio per il lavoro su strada ne’ l’adeguatezza della pianta organica, storicamente carente di almeno 3000 unità.
La categoria è tra le più esposte ad infortuni gravissimi e decessi nell’esercizio del proprio lavoro e sarebbe ora che la strada venisse riconosciuta come posto di lavoro a rischio e ne sia riconosciuta un’indennità per questo. Insomma, si rischia di non poter fare le nozze nemmeno coi fichi secchi”

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