Sfregi e utopie con appalti extra lusso per il lungomare di Ostia

Come cambierà il lungomare di Ostia: da una parte l’ex colonia come ricovero di sbandati, dall’altra addirittura la ricostruzione delle dune di macchia mediterranea dove oggi c’è l’asfalto. Chi ci vive, però, non ne sa nulla

Ostia lungomare Lutazio Catulo canaledieci

Signore e signori, a Ostia va in scena la grande illusione di un lungomare più green, “per un uso pubblico a diretto contatto con la spiaggia”, come annuncia il sindaco di Roma. Stavolta ci sono i soldi ma non ancora le idee: 24 milioni di euro che l’Unione Europea con i fondi Fesr ha affidato alla Regione Lazio e da questa al Comune di Roma. Ma, mentre si ammicca a una riqualificazione in senso ambientale e turistico del lungomare, contemporaneamente su quello stesso affaccio si lavora per la realizzazione di un centro di accoglienza per senza fissa dimora. E non si eliminano le sacche di degrado che ammorbano la panoramica marittima della città.

Come cambierà il lungomare di Ostia: da una parte l’ex colonia come ricovero di sbandati, dall’altra addirittura la ricostruzione delle dune di macchia mediterranea dove oggi c’è l’asfalto. Chi ci vive, però, non  ne sa nulla

Procediamo con ordine. Con la sottoscriz9one di una convenzione tra Regione Lazio e Comune di Roma, avvenuta in Campidoglio ieri, martedì 17 dicembre, prende ancora più forza il Parco del Mare, come viene denominato il piano di riqualificazione del lungomare di Ostia. Detto che il progetto ha già un significativo in ritardo, con fine lavori slittata di due anni (vedi annuncio sul sito comunale romasistrasforma), ovvero al dicembre 2028, esistono solo linee guida fissate sul bando di progettazione internazionale, al quale hanno partecipato 12 studi professionali.

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Gli amministratori che si occuperanno del Parco del Mare di Ostia: in primo piano l’assessora regionale Roberta Angelilli, il governatore del Lazio Francesco Rocca, il sindaco Roberto Gualtieri e l’assessore comunale Maurizio Veloccia

Le linee guida in attesa del progetto

Cosa dicono queste linee guida? Il piano riguarda tre ambiti: il primo dal porto al Pontile, il secondo dal Pontile a via della Bussola e il terzo da via della Bussola alla Rotonda di piazza Cristoforo Colombo. Non c’è stato ancora un confronto con la città, con le associazioni imprenditoriali, con i commercianti, con i comitati di quartiere per capire cosa prevede nel dettaglio il progetto e cosa, invece, si aspetta chi vive a Ostia dal piano.

Da Roma si è deciso in linea di massima che il tratto compreso tra porto e Curvone (piazzale Magellano) ha bisogno soprattutto di maggiore illuminazione e che il tratto compreso tra il Curvone e la Rotonda la corsia lato spiaggia del lungomare sarà chiusa alla circolazione per spostare il traffico (in direzione da levante a ponente) sulla parallela via delle Quinqueremi-via della Fusoliera-via dei Sandolini-via Bernardino da Monticastro. In mezzo altre modifiche, in qualche caso utopistiche: un nuovo ponte carrabile sul Canale dei Pescatori, isole per il fitness sui giardini storici, parcheggi più interni al servizio delle spiagge e persino la riformazione della duna di macchia mediterranea là dove oggi c’è l’asfalto.

Il tutto senza prendere in considerazione l’abbattimento del lungomuro e degli stabilimenti che impediscono la visuale del mare. Ci si chiede: che forza attrattiva può avere una passeggiata sul lungomare senza la vista del mare?

Le utopie della politica

Immaginare di spostare il traffico dal lungomare, da sempre unica tangenziale del sistema viario di Ostia, senza creare congestioni inestricabili e senza far precipitare l’economia legata alla spiaggia, è decisamente un’utopia. Ci provò la Giunta Tassone da giugno ad agosto 2014, proponendo anche chioschi ed eventi attrattivi, ma fu un disastro. L’isola pedonale da via del Bucintoro a via Giuliano da Sangallo fu disertata e l’economia di bar e ristoranti del Centro storico di Ostia precipitò. Così come pure il gradimento verso quella amministrazione di sinistra che più tardi sarà smantellata e commissariata per le condanne legate a infiltrazioni criminali.

Gli interrogativi relativi a questa idea di una vasta pedonalizzazione del lungomare (parliamo di circa tre km) riguardano non solo la viabilità alternativa da individuare (l’asse che ha in via delle Quinqueremi il suo percorso parallelo è stretto e pieno di intersezioni) ma, soprattutto, il piano dei parcheggi. C’è chi pensa che qualche posto auto potrà essere ricavato dall’operazione edilizia di Mezzaroma al Borghetto dei Pescatori (sei palazzine a sei piani per 344 nuovi abitanti, un albergo a cinque piani e un centro commerciale di oltre 3mila metri quadrati) ma va anche ricordato che quei parcheggi saranno riservati ai residenti e ai clienti dei negozi del posto. Un piano urbanistico che, peraltro, non agevola ma, anzi, aggrava il peso sul Parco del Mare.

Resta dunque irrisolto l’interrogativo su dove si intendano ricavare i parcheggi al servizio delle spiagge. Non certo a danno dei giardini per due ordini di motivi, primo perché verrebbe meno l’idea green dell’intero piano, secondo perché ci vorrebbe una variante al Piano regolatore e terzo per la ragione che vediamo qui di seguito.

Le isole per il fitness

Dio solo sa quanto Roma sia indietro rispetto a grandi e piccole città che propongono agli appassionati di fitness attrezzature a uso gratuito in parchi e giardini pubblici. Ce ne sono ovunque ma non a Roma e nei suoi municipi. Ben venga, dunque l’idea del Parco del Mare di collocare delle isole fitness nei giardini storici distesi tra il Curvone e via dei Timoni e tra il canale dei Pescatori e la Rotonda. Il problema, però, è che quelle isole di benessere, proprio salutari non saranno perché, come abbiamo descritto sopra, saranno circoscritte dal traffico veicolare dell’unica carreggiata residua del lungomare e dall’altro lato dall’asse via delle Quinqueremi-via Bernardino da Monticastro.

I bubboni alla fine della via Cristoforo Colombo

La via Cristoforo Colombo è una delle vie d’accesso più importanti da Roma (e dal Raccordo Anulare) verso Ostia. Sfocia nel piazzale dominato dalla Rotonda e dalla Fontana dello Zodiaco ma, al di là di un criticabile arredo minimale, i giardini ai lati sono dominati da sacche di degrado ormai incancrenite. Stiamo parlando dei fabbricati abbandonati e occupati da senzatetto dove una volta si trovavano il Blues Cafè, sul lato di ponente, e il Jack’s su quello di levante. E’ un biglietto da visita inquietante per chi arriva a Ostia attraverso la Colombo e, almeno al momento, il piano legato alla riqualificazione del lungomare attraverso il Parco del mare, non ne considera la bonifica.

Il caso dell’ex colonia

E’ imbarazzante che mentre in Campidoglio si enfatizzi l’impiego di 24 milioni di euro per la riqualificazione del lungomare, si insista nel disprezzare il potenziale di una struttura monumentale che proprio sulla spiaggia si affaccia ovvero l’ex colonia. Il Comune di Roma, infatti, ha iniziato i lavori per la realizzazione di un centro d’accoglienza per senza fissa dimora nell’ala originariamente usata come mensa dei poveri dalla Caritas. E’ innegabile che quello spazio diventerà attrattivo per decine e decine di barboni alla ricerca di un riparo per la notte e che, di giorno, vagheranno nei dintorni dell’ex colonia. Impiego che fa il bis con l’occupazione di un’altra ala dell’ex colonia da parte di un centinaio di senzatetto, soprattutto stranieri clandestini.

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Finestre murate all’ultimo piano dell’ala di levante dell’ex colonia di Ostia

Peraltro, nelle segrete stanze del Campidoglio si sta lavorando al piano di impiego di 14 milioni del Pnrr sull’ex colonia. L’obiettivo dell’amministrazione locale è di trasformare larga parte di quell’edificio in un grande centro sociale con spazi per i giovani e una Casa della Cultura, l’ennesima che si tenta di fare senza successo a Ostia. Ben vengano gli impegni a favore dei giovani e della cultura ma vale la pena di ricordare che nel 2008 la Giunta Regionale di centrosinistra presieduta da Piero Marrazzo ha speso oltre un milione di euro per un analogo progetto realizzato negli scantinati, che furono ristrutturati e mai utilizzati. E merita considerazione anche che il X Municipio da anni tarda a far funzionare l’ex mercato San Fiorenzo ancora vuoto e individuato come Casa della Cultura.