L’ingresso in pronto soccorso in piena crisi psicotica, il mancato tso, le dimissioni senza informare la famiglia, e poi la morte in piena notte sotto un bus. I genitori di Lorenzo Moi restano convinti che il figlio poteva e doveva essere salvato e chi ha sbagliato vada punito. Per la procura no, e per due volte ha chiesto l’archiviazione dei medici del Grassi che a poche ore dal ricovero – la notte del 12 gennaio del 2023 – hanno lasciato libero il 21enne di Casalpalocco poi travolto e ucciso da un bus mentre vagava in stato confusionale.
Perché Lorenzo Moi seppure in crisi psicotica fu lasciato solo? La famiglia chiede una risposta e giustizia
La morte di Lorenzo Moi avvenuta dopo che era stato dimesso dall’ospedale Grassi in condizioni psicotiche, continua a sollevare un’ondata di interrogativi sulla gestione del caso da parte del personale sanitario.
La procura di Roma per la seconda volta ha deciso di chiedere l’archiviazione del caso. Decisione non condivisa dai genitori del ragazzo vittima di una morte orribile.
Una vita ‘rubata’ in poche ore. Il 21enne, ricoverato per un crollo psicotico, è stato descritto come “agitato, sferrava calci alle porte, aveva lo sguardo fisso, allucinato, non comunicava in alcun modo“. Nonostante le sue evidenti difficoltĂ , Lorenzo è stato dimesso dall’ospedale, senza essere sottoposto a un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) e senza che i suoi genitori fossero subito informati.
La procura, dopo aver inizialmente chiesto l’archiviazione del caso, ha ora presentato una nuova richiesta di archiviazione, sostenendo che i medici del Grassi non abbiano commesso alcuna negligenza. Questa decisione ha suscitato forti reazioni da parte della famiglia di Lorenzo, che ha presentato opposizione, chiedendo un’indagine approfondita sulle circostanze della morte del figlio.
I punti interrogativi
I legali della famiglia Moi hanno evidenziato numerose incongruenze nelle indagini e nella perizia medica. In particolare, hanno sottolineato come: I legali della famiglia Moi hanno evidenziato numerose incongruenze nelle indagini e nella perizia medica.
In particolare, hanno sottolineato come Lorenzo non fosse in grado di esprimere un consenso informato: il giovane, in evidente stato confusionale, non poteva prendere decisioni consapevoli riguardo alle proprie cure. Per i Moi le testimonianze dei sanitari sarebbero state contraddittorie: alcuni hanno descritto Lorenzo come estremamente agitato, mentre altri lo hanno definito calmo e collaborativo.
Contestato anche il mancato ricorso al TSO: nonostante l’evidente pericolo per la salute di Lorenzo, non è stato disposto alcun trattamento sanitario obbligatorio.
Per concludere sottolineate anche le lacune nelle comunicazioni con i familiari. I genitori di Lorenzo sono stati informati della dimissione del figlio solo dopo che questi si era allontanato dall’ospedale. Ormai troppo tardi.
La famiglia Moi chiede giustizia e veritĂ . I genitori di Lorenzo, straziati dal dolore, non si arrendono e continuano a lottare per far luce su quanto accaduto al loro figlio.