Roma, dal tribale alla scultura: l’arte di uno dei più noti tatuatori entra in chiesa

Un percorso che unisce la scultura con l'arte del tatuaggio e che sarà visitabile in pieno centro a Roma

Roma, dal tribale alla scultura: l'arte di uno dei più noti tatuatori entra in chiesa
Statua in marmo bianco di Marco Manzo

E’ conosciuto in tutto il mondo come artista e tatuatore. Ora la sua arte entra in chiesa con una mostra a Santa Maria dei Miracoli. Per oltre cinque mesi sarà possibile visitare le installazioni di Marco Manzo in un incredibile percorso che porterà in centro a Roma questa esposizione ad ingresso gratuito.

Un percorso che unisce la scultura con l’arte del tatuaggio che sarà visitabile in pieno centro a Roma

Con le opere di Marco Manzo l’arte del tatuaggio entra in chiesa. La mostra si intitola “Marco Manzo a Santa Maria dei Miracoli” e sarà visitabile da domani, giovedì 21 marzo, al 31 agosto con il vernissage in programma domani alle 19 nella chiesa di Piazza del Popolo.

Un percorso che condurrà lo spettatore ad accostarsi all’arte di Manzo attraverso diverse opere realizzate in marmo bianco di Carrara.

Installazioni che parlano di violenza sulle donne, con mani sia di donne che di uomini, e che arrivano dall’esposizione alla Biennale di Venezia. Sarà possibile vedere anche degli inediti come “La Maddalena pacificata” e la “Croce gloriosa dei miracoli”, alta ben 4 metri e realizzata con tecniche miste, pronta per entrare a far parte del patrimonio della chiesa che ospita la mostra. Altra opera presente sarà “Le mani della crocifissione”.

Roma, dal tribale alla scultura: l'arte di uno dei più noti tatuatori entra in chiesa
La croce di 4 metri di Manzo

La scelta di portare queste installazioni viene spiegata dalle parole del rettore di Santa Maria dei Miracoli.

“Nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli in Piazza del Popolo – spiega padre Ercole Ceriani, rettore della chiesa Santa Maria dei Miracoli – alle sculture di Marco Manzo si accompagnano, in sorprendente e perfetta sintonia, testi biblici. Anche se redatti in tempi antichi e in ambienti culturalmente distanti dal nostro, le citazioni bibliche, come l’opera di Marco Manzo, testimoniano un vissuto che accomuna l’esperienza dell’essere umano di tutti i tempi e luoghi”.

Una modernità, quella di Manzo, che ha tanto in Comune con alcuni principi di sofferenza e riflessione portati avanti dalla Chiesa.

La contemplazione di mani violente e di mani amorevoli – afferma Giuseppe Lorizio, direttore dell’Ufficio Cultura, Vicariato di Roma – accompagna il nostro percorso, perché ciascuno possa guardare le proprie mani e chiedersi se sono fonte di sofferenza o di consolazione per gli altri, non solo per coloro che amiamo, ma soprattutto per i derelitti della terra che incontriamo sul nostro cammino”.

Statue tatuate

Le statue di Manzo colpiscono l’occhio. E ciò avviene non soltanto per la realizzazione di un’opera d’arte perfetta ma per ciò che vediamo sull’opera stessa e che porta con sé il bagaglio dell’artista. La schiena delle statue così candida, diventa tatuata, e mostra dei segni che, anche se realizzati nello stesso colore, sono immediatamente visibili e rappresentano un punto di incontro tra arti che potrebbero sembrare diverse e che qui, invece, si fondono.

Mai mi sarei immaginato di scoprire che il mio linguaggio artistico potesse essere in sintonia con il messaggio biblico – afferma ManzoE’ stata per me una felice sorpresa che apre a nuove prospettive artistiche ed umane”.

Roma, dal tribale alla scultura: l'arte di uno dei più noti tatuatori entra in chiesa

Manzo è anche visual artist e designer. Ha portato il suo bagaglio nel mondo della scultura e ha esposto al MAXXI e al MACRO di Roma, al Moma e al Gagosian Museum di New York. Tatuatore di fama mondiale è precursore dello “stile ornamentale”.

“Lo stile ornamentale, di cui vengo riconosciuto come precursore – spiega l’artista – ha come scopo principale quello di ridisegnare il corpo o la scultura, slanciando le forme ed accentuando i punti di forza. Punto di partenza è quindi il corpo e non il disegno. Grazie allo studio dell’anatomia individuale il tatuaggio non diviene quindi la partenza cui il corpo deve adattarsi, ma conseguenza del corpo stesso. Proprio da questo nasce il disegno”.