Roma, picchiano e filmano due coetanei disabili durante una rapina: in 7 a processo

La polizia indaga su più episodi di violenza avvenuti tra piazza di Spagna e piazza Minganelli: nel mirino più baby gang

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Roma: Il sadismo dei giovanissimi, a volte, non conosce confini, come in questo caso, dove i bulli non si sono limitati a malmenare selvaggiamente le loro prede, ma il hanno anche esposti al pubblico ludibrio dei social, sottoponendoli alle dirette dei social, venendo così facilmente individuati dai poliziotti del commissariato capitolino dell’Aurelio.

Botte, insulti e tutte le violenze filmate col cellulare e messe sui social aggredendo due coetanei in 7 contro 2, prendendosela con due giovani affetti da sordità

Per giunta i bulli, tutti membri di una baby gang romana, se la sono presa in 7 contro 2 coetanei sordi, affettti da una disabilità gravissima, ma ora i “bruti” andranno a processo e rischiano grosso, dopo il rinvio a giudizio imposto dal magistrato.

Filmare il pestaggio  e metterlo sui social è una pesante aggravante e il fatto che 7 tra i bulli individuati siano maggiorenni è solo un dettaglio, in una vicenda avvenuta il 5 marzo di due anni or sono, nel 2022, contro i due malcapitati ragazzi affetti da sordità, anche loro minorenni all’epoca dei fatti.

Per giunta un assalto fatto da ubriachi contro due coetanei affetti da disabilità e in evidente superirorità numerica, con tanto di ciliegina amara del video messo in rete, con ovvi e drammmaticamente osceni commenti di derisione online.

Volevano soldi, dai due ragazzi massacrati di botte e presi in giro in maniera becera, ma sono scappati portandogli via altro in mancanza di denaro, ovvero giacche e cellulari.

Risultato: botte, violenza, umiliazione e un trauma cranico per entrambi che ha imposto l’immediato ricovero dei due assaliti in ospedale, con anche tutto il mondo di internet a vedere impotente quanto era stato fatto loro utilizzando i cellulari per metterlo alla mercé del mondo.

Ghigni risate, botte e calci a far da corredo al filmato diffuso in ogni dove da telegram a whatsapp, dai malviventi in erba che si vantavano delle loro “prodezze”, tanto da venire facilmente individuati dalle forze dell’ordine.

Mesi e mesi di indagine, ma con tante prove a disposizione tratte da internet e non solo, hanno permesso di costruire un solido quadro di colpevolezza contro i minori della baby gang, con tablet, cellulari e computer sequestrati e setacciati, profili facebook e instagram analizzati alla perfezione, raccogliendo prove su prove contro i sette indagati.

Così facendo il pubblico ministero ha ottenuto il rinvio a giudizio nei confronti dei tre maggiorenni, ma d’altronde di casi di giurisprudenza di violenze di minori contro altri minori filmati e messi online dagli stessi aggressori se ne racconta nelle cronache italiane e mondiali, sottolineando una piaga che da tempo è sempre più dolorosa e presente nella nostra società definita “moderna”, ma spesse volte di moderno c’è solo la tecnologia che permette ai picchiatori di trovare la notorietà in pochi minuti, solo a caccia di sensazionalismo effimero, di esibizionismo da quattro soldi e di  un  “like” in più sul proprio profilo.

Sempre in tema di assalti delle baby gang, negli ultimi tempi vi avevamo raccontato di un’altro episodio, nel quale un minore è stata malmenato dovendo ricorrere a cure ospedaliere e giudicata guaribile con ben 50 giorni di prognosi.

Come sempre in questi casi ricordiamo ai nostri lettori che ogni indagato va considerato presunto innocente fino all’ultimo grado di giudizio e fino a che non venga emessa una sentenza definitiva e irrevocabile di condanna a loro carico, con le prove che si formeranno eventualmente nei vari gradi del processo, dato che ad oggi ci si trova ancora nella fase delle indagini preliminari.

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