“L’uomo che disse no”: la crisi della giustizia nel nuovo film del regista che produce con lo smartphone

Il film sarà pronto tra due mesi e verrà distribuito sulle principali piattaforme digitali: punta al Festival di Venezia 

Una scena del film "L'uomo che disse no" in fase di ripresa (Foto: Alivernini)

Si intitola “L’uomo che disse no” ed è l’ultimo film di Mirko Alivernini, il regista che gira e monta con smartphone e intelligenza artificiale. Un metodo innovativo che lo ha portato, in passato, a conquistare un importante riconoscimento alla Mostra del cinema di Venezia, alla quale punta anche con questo nuovo lavoro.

Il film sarà pronto tra due mesi e verrà distribuito sulle principali piattaforme digitali: punta al Festival di Venezia

“L’uomo che disse no” è un film denuncia che parla di un vecchio artigiano in pensione, Alberto Gemma, persona schiva e sola, innamorato della donna persa per sempre. Un uomo chiuso, che apparecchia ancora per due e non ha più lavoro né le energie di una volta. Vive con 530 euro di pensione, con tutte le difficoltà del caso.

"L'uomo che disse no": la crisi della giustizia nel nuovo film del regista che produce con lo smartphone
Il pensionato picchiato e in terra sanguinante (Foto: Alivernini)

Un giorno, mentre ritira la sua misera pensione, incontra due malviventi che lo rapinano e lo picchiano a sangue, lasciandolo per strada. Riesce a vedere in faccia uno dei due ma non sa se denunciarlo o meno “perché in tv aveva visto che non serviva a nulla”. Viene poi convinto da un commissario, che lo rassicura: sarebbe stato protetto.

In realtà le cose non vanno esattamente così e lui, che si era affidato alla Giustizia, torna drammaticamente nel mirino del malvivente.

Si avrà poi una sorta di riscatto verso le istituzioni che troppo spesso, in queste situazioni, lasciano il cittadino alla sua sorte. La rivalsa non è quella che tutti si aspettano –spiega il regista Alivernini è un film importante quello che stiamo girando, con una forte attenzione all’aspetto sociale, e che vorremmo portare a Venezia. Sono felicissimo di come stanno andando le cose. Questo è il film più complesso tra quelli che ho girato, dal punto vista della narrazione e della realizzazione, con tanti attori e location. Vado molto fiero di tutti i miei ragazzi. Ci sono tanti giovani che avranno l’occasione di poter crescere e migliorare”.

"L'uomo che disse no": la crisi della giustizia nel nuovo film del regista che produce con lo smartphone

Le riprese

Nel film, le cui riprese sono partite una decina di giorni fa, nel mese di gennaio, ci sono venti attori. Il protagonista Alberto Gemma è interpretato da Massimo Vanni, attore dei polizieschi anni 70/80 con Thomas Milian e con 120 film all’attivo. Il commissario Crisci è invece interpretato da Gianluca Magni. Il vero antagonista è Mattia Mariani, il malvivente, nel cui ruolo è stato scelto Diego Triolo.

Nel cast figurano anche Mauro Mascitti, Ottaviano Dell’Acqua, Valerio Rota Vega, Federica Santuccio, Luigi Converso già protagonista di “Acque sporche”.

Per il momento non sono stati svelati un paio di nomi di rilievo, presenti nelle scene finali, di cui uno femminile. Aiuto regia è Valentina Sarra, trucco a cura di Pamela Tomassini.

La produzione è Mainboard Production mentre la distribuzione sarà di Morol Production, con cui Alivernini ha già collaborato per il film trasmesso dalla Rai “Tiro libero”. 

Il film, che durerà una sessantina di minuti, è stato scritto, diretto e, ovviamente montato, da Mirko Alivernini. “E’ girato con lo smartphone e sto utilizzando il Samsung S23 Ultra e il 24. La tecnologia che utilizzo, e che sfrutta l’intelligenza artificiale, mi consente di fare il montaggio con le app dedicate contemporaneamente alle riprese. Il film sarà pronto tra un paio di mesi e verrà distribuito sulle principali piattaforme digitali”.

Nel frattempo saranno oltre trenta le location che diventeranno set cinematografico. Si è girato anche ad Ostia e Casal Palocco, Colli Aniene, San Saba, Piramide, Bufalotta ma sono previste riprese anche all’interno degli studi di Cinecittà.

"L'uomo che disse no": la crisi della giustizia nel nuovo film del regista che produce con lo smartphone
Un momento di pausa durante le riprese del film (foto: Alivernini)

Nella magia di questi film che escono dallo smartphone di Alivernini, colpiscono le parole che il regista ha affidato alla sua pagina Facebook e che riassumono uno stato d’animo ben preciso che dona un’impronta stilistica inconfondibile alle riprese.

“La Luce e la direzione della fotografia rispecchiano da sempre i colori della mia anima, in ogni lavoro svolto oltre alla regia ho dato alla luce tutta l’importanza che da sempre merita, le sfumature le ombre i chiaro scuro che vanno a sottolineare dei momenti importanti di ogni mio Film , è bello poter riguardare dei fermo immagine come se fossero dei quadri in attesa di essere riscoperti e vissuti ancora e ancora”.

Una volta pronto il film punterà a Venezia. Alivernini si era già aggiudicato, durante la 79ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, per la sua regia innovativa il Premio Starlight e il riconoscimento del “Festival del Cinema Italiano”.