Casi di Bronchiolite in aumento nella Capitale: le linee guida dei pediatri per gestirla e prevenirla

Contro la Bronchiolite l'anticorpo monoclonale che potrebbe essere dato a tutti i lattanti: le indicazioni della Società Italiana di Pediatria

Reparti pediatrici in affanno a Roma per l’aumento di casi di bronchiolite, con il virus respiratorio sinciziale (VRS) che negli ultimi due anni si sta facendo particolarmente sentire, infettando più del 60% dei bambini durante il primo anno di vita, secondo i dati della Società Italiana di Pediatria che ha pubblicato le nuove linee guida per gestire la diffusione dell’epidemia.

Contro la Bronchiolite l’anticorpo monoclonale che potrebbe essere dato a tutti i lattanti: le indicazioni della Società Italiana di Pediatria

Sistema sanitario in difficoltà e saturazione dei posti letto nei reparti e nelle terapie intensive dei reparti pediatrici. Anche nel Lazio questo problema ha un nome ed è la Bronchiolite.

In questo Natale passato sono stati tanti i casi di infezioni respiratorie che hanno messo a letto intere famiglie con tosse, raffreddore e febbre. Forme virali stagionali nella maggior parte dei casi curabili con paracetamolo e ibuprofene, mentre in altri che hanno colpito soprattutto i più piccoli, il virus rilevato era di tipo respiratorio sinciziale, che nei bambini sotto i due anni determina la pericolosa bronchiolite.

Secondo la Società Pediatrica Italiana, la maggior parte dei ricoveri in ospedale a cui stiamo assistendo riguarda infatti lattanti nel primo anno di vita. Per questo dopo la revoca delle misure anti covid e il drastico aumento della circolazione del virus, con picchi come quello attuale, sono state pubblicate le nuove linee guida per la gestione della bronchiolite e la prevenzione.

Prevenzione e parametri per valutare la gravità della Bronchiolite

E’ intanto importante cercare di riconoscere la gravità di questa patologia respiratoria, e questo secondo i medici possono farlo anche i genitori,  controllando alcuni parametri.

In primis la difficoltà respiratoria che si manifesta sostanzialmente con il respiro corto e affannato, e la difficoltà nell’alimentazione che nel bambino sotto l’anno di età si manifesta con una scarsa assunzione di latte, in generale nel rifiuto del cibo e liquidi, dando luogo anche ad un peggioramento delle condizioni generali. Il piccolo a quel punto va portato in visita il bambino dal pediatra o al Pronto Soccorso.

Sconsigliabile poi la somministrazione di qualsiasi farmaco che sembra efficace, poiché quando la bronchiolite è in una fase grave non ci sono alternative all’ospedale, che provvederà al trattamento mediante l’ossigeno.

Sulla prevenzione poi, vale la pena di riportare soprattutto per i bambini piccoli, le indicazioni sui comportamenti che dentro casa possono mantenere bassa la percentuale di contagio.

Raccomandatissimo l’uso della mascherina in caso di raffreddore quando ci si avvicina al bambino, e, soprattutto, quando si ha il raffreddore bisogna astenersi dal baciarlo per evitare di toccarsi la faccia.

Proseguire nell’allattamento poiché il latte materno contiene anticorpi contro numerosi agenti infettivi e riduce il rischio di infezioni gravi da VRS e di ospedalizzazione per bronchiolite.

Il lavaggio frequente della mani che abbiamo appreso con il Covid e l’utilizzo del gel alcolico prima di toccare il bambino e chiedere di fare altrettanto ad altre persone in contatto con il piccolo, che comunque andrà tenuto lontano da altri bambini o adulti anche solo con un principio di raffreddore.

Scontato ma mai abbastanza è il divieto di fumare in casa; il fumo aumenta il rischio di infezione, e ancora di più se il bambino è prematuro o affetto da malattie cardiache o polmonari. In tal caso poi si dovrà chiedere al pediatra se vi sono le indicazioni all’utilizzo degli anticorpi monoclonali per la prevenzione delle infezioni da VRS.

Il Palivizumab, l’anticorpo monoclonale per prevenire il virus sinciziale

La terapia novità per prevenire il virus sinciziale, è infatti un anticorpo monoclonale per il VRS già a disposizione, Palivizumab, che si usa da tanti anni per proteggere i lattanti nati prematuri.

L’anticorpo monoclonale secondo la Società Italiana di Pediatria, potrebbe essere dato a tutti i lattanti per una profilassi universale: “Una strategia che potrebbe contenere le epidemie stagionali da VRS e il numero  di ricoveri. Vi sono poi diversi vaccini in fase di studio, ma sono più distanti nell’arrivare alla clinica, all’applicazione” – conclude la nota.