Un nuovo teatro per Ostia: stanziato quasi un milione di euro

Approvato il piano dei lavori di manutenzione per riaprire un teatro abbandonato da decenni. Polemiche sul bando di aiuti al settore

Nel cerchio giallo il Teatro Passeroni - elaborazione da google maps

L’obiettivo è sistemare un vecchio teatro chiuso da decenni e per questo l’amministrazione municipale di Ostia ha destinato una somma di 885mila euro da finalizzare in due anni. Secondo i piani della Giunta del X municipio, il cantiere in quel teatro dovrebbe chiudersi entro la fine del 2025.

Approvato il piano dei lavori di manutenzione per riaprire un teatro abbandonato da decenni. Polemiche sul bando di aiuti al settore

Lo ha deciso all’unanimità degli assessori la Giunta del X municipio nella seduta del 25 ottobre scorso. Si tratta del piano dei lavori di manutenzione straordinaria dell’ex teatro Passeroni che si affaccia al civico 22 dell’omonima strada e si trova all’interno del complesso scolasticoCaterina Segurana”. E’ una struttura abbandonata e inutilizzata da tempo; l’obiettivo è non solo di metterla in sicurezza contro le infiltrazioni d’acqua piovana e i danni del tempo ma anche di farlo tornare a funzionare come luogo di cultura e spettacolo. Un proposito, questo, espresso già dalla precedente amministrazione Di Pillo a guida pentastellata.

Il piano di fattibilità tecnica ed economica considera due annualità di finanziamenti: il 2024 con un appalto a base d’asta di 335mila euro e l’anno successivo con mezzo milione di euro. I lavori consisteranno nella “revisione” ovvero della sistemazione dei servizi igienici, della messa a norma dell’impianto elettrico e delle necessarie opere edili. Viene specificato che “le opere previste in programma sono volte al mantenimento in efficienza del bene” ma si specifica che l’obiettivo finale è ripristinare “la funzionalità del manufatto”. Ovviamente per essere aperto al pubblico, quel teatro avrà bisogno di ulteriori interventi: palco, amplificazione, luci, potrone, banco regia ecc.

Le preoccupazioni

L’iniziativa del X Municipio sul piano culturale è senza dubbio meritevole: la vivacità delle associazioni e la grossa partecipazione alle attività artistiche (Ostia conta già i teatri Fara Nume, del Lido, Paolo Poli, Massimo Troisi, Nino Manfredi e Dafne) vanno sostenute e incentivate con spazi adeguati. Un paio di pessime esperienze, però, insegnano che quando interviene la mano pubblica il minimo che accada è lo sperpero di denaro. Un esempio è quello degli ex lavatoi di Ostia Antica in via delle Gente Salinatoria: sono stati restaurati e da anni sono chiusi dietro a un muro per l’incapacità dell’amministrazione locale di assegnarli a un gestore.

L’altro pessimo esempio è la “Casa della Cultura” di via Calenzana. Realizzata nell’ex mercato San Fiorenzo, è stata impiegata in parte come aule scolastiche durante la pandemia e per il resto giace inutilizzata ed esposta agli atti vandalici.

Il bando pubblico per il sostegno ai teatri

E’ delle ore scorse la protesta degli addetti al settore sulle modalità sul bando per gli aiuti ai teatri sotto i cento posti. Si tratta del bando pubblico lanciato dal Comune di Roma il 19 ottobre scorso con scadenza mercoledì 8 novembre: contributi fino a 25mila euro per progetto fino a esaurimento fondi (600mila euro in totale). Si tratta di un cervellotico provvedimento articolato in ben 32 pagine nel quale gli stessi operatori non riescono a capirne il meccanismo. “Un crocevia fitto e imbrigliato di articoli, regole e requisiti richiesti da metterti in uno stato d’animo poco incline all’ottimismo” lo definisce Donatella Zapelloni della sala “Paolo Poli” di Ostia. “Decidiamo di scrivere per chiedere delucidazioni – prosegue Zapelloni – Ci rispondono dopo 4 giorni dicendo che la risposta sarebbe apparsa sulle FAQ del sito. Avete mai navigato nelle pagine del Comune di Roma? Ecco. Un labirinto. Chiediamo cortesemente una risposta via mail…e finalmente, oggi, a DUE GIORNI dallo scadere del bando ci arriva la risposta: peggio del Bando stesso, una risposta criptica, volutamente incomprensibile, che non solo non risponde al nostro quesito ma neppure si prende la briga di motivare la scelta di una richiesta assurda. Tutta una farsa dunque. Tutto un riempiersi la bocca di buoni propositi che a nulla servono se non ad aiutare quelle poche realtà che sono già imprese e pertanto con le spalle già coperte”.