Roma, a 10 mesi dalla morte di Alessia sul GRA la mamma rende noto un dettaglio commovente

Alessia Sbal uccisa sul GRA dal conducente di un tir: grazie ai testimoni, l'uomo è a processo con giudizio immediato

Nella foto Alessia Sbal - foto social

Il 4 dicembre del 2022, l’estetista romana Alessia Sbal è deceduta dopo essere stata investita da un camion sulla carreggiata interna del GRA, tra lo svincolo di Via Boccea e la Via Aurelia.

Per l’uomo che ha travolto la 43enne, lo scorso giugno era arrivata la richiesta di processo con giudizio immediato, per l’accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso. Ora dalla madre della vittima, un nuovo messaggio si rivolge stavolta a chi ha soccorso sua figlia.

Alessia Sbal uccisa sul GRA dal conducente di un tir: grazie ai testimoni, l’uomo è a processo con giudizio immediato

La morte di Alessia Sbal sul Grande raccordo Anulare della Capitale, è uno di quegli episodi tragici che verrà ricordato anche per l’umanità e il coraggio di chi non voltandosi dall’altra parte, ha contribuito alla ricerca della verità.

Un dramma solitario, ma che nonostante questo ha coinvolto moltissime persone, testimoni dell’incidente anche loro malgrado, in un momento in cui la giovane era in strada, e tutta sola sembra stesse cercando di risolvere un alterco proprio con il 47enne romano Flavio Focassati, a processo con l’accusa di averla uccisa, durante una manovra con il suo tir.

Tra i due veicoli la fiat panda della 43enne e il tir, ci sarebbe stato uno scontro confermato da un testimone, e che avrebbe fatto accostare la giovane sulla corsia di emergenza.

Ad una discussione tra i due di poco precedente al momento del decesso, avrebbe “partecipato” infatti solo telefonicamente una sua amica, preoccupata per quello scambio poco cordiale che non preannunciava nulla di buono e nel quale la vittima aveva dettato all’amica la targa del tir. E’ stata lei a dare l’allarme dopo che la 43enne richiamata al cellulare non aveva più risposto.

Al momento in cui il suo smartphone aveva preso a squillare a vuoto, la giovane era purtroppo già morta, ma non era stata abbandonata. Tante persone dalla grande compassione, rimaste nell’anonimato fino a oggi, alla vista del corpo straziato della giovane si erano infatti fermate per formare un cordone umano e proteggerla, non permettendo così ad altre auto di passarle sopra involontariamente.

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Lo striscione a ricordo della tragedia sul GRA – foto social

La madre di Alessia Sbal rompe di nuovo il suo silenzioso dolore

Per questo, la madre di Alessia, Tina Angiolini, che ha sempre cercato conforto nella ricerca della verità, utilizzando soprattutto il web per condividere messaggi di ricerca testimoni e informazioni utili a ricostruire il momento della morte di sua figlia ma anche gli attimi precedenti e successivi a quel dramma immenso, è uscita dal suo silenzioso dolore ancora una volta.

Proprio nelle ultime ore ha affidato un nuovo messaggio all’etere per raggiungere tutte le persone che si sono fermate a soccorrere sua figlia, anche quando non c’era più nulla da fare.

Dopo 10 mesi dalla perdita di mia figlia Alessia Sbal, volevo ringraziare tutte quelle persone che alla vista del corpo di mia figlia schiacciata da un tir sulla carreggiata interna del GRA, il 4 dicembre scorso, hanno formato un cordone umano per non permettere che qualche auto le passasse sopra“.

Un ringraziamento poi, la madre di Alessia Sbal lo ha rivolto anche a chi ha visto e sentito ed è stato testimone, prima e dopo l’uccisione, di quanto accaduto a sua figlia: “Non ho modo di ringraziare una per una tutte queste persone, ma sono state tante ad aiutare perché venisse fatta giustizia per Alessia. Spero che mi leggano e che Dio le benedica“.