Roma, rappresaglia dopo video su Tik Tok: cinque arresti

I fatti e le ricostruzioni che hanno fatto scattare le indagini durante l'estate

Un video sui social, rapine fantasma e aggressioni. Sono questi gli elementi che caratterizzano una storia di rappresaglie e violenza che ha visto coinvolte cinque persone.

I Carabinieri della Compagnia di Ostia, su delega della Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato cinque uomini di nazionalità bosniaca.

Sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di lesioni personali aggravate, rapina, minaccia aggravata, calunnia, danneggiamento, violazione di domicilio e porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere.

I fatti e le ricostruzioni che hanno fatto scattare le indagini durante l’estate

Secondo la ricostruzione i cinque, che hanno un’età compresa tra i 26 e i 40 anni, tutti domiciliati al campo rom di via Luigi Candoni, avrebbero fatto partire una rappresaglia che, in base agli elementi raccolti, potrebbe avere avuto come movente un video pubblicato su Tik Tok da uno degli indagati. L’indagine è partita lo scorso giugno, a seguito della denuncia che uno di loro aveva presentato alla Stazione dei Carabinieri di Roma – Ponte Galeria, comunicando che aveva subito ben 2 rapine nella giornata del 1° giugno.

L’uomo ha raccontato che nella prima rapina era stato aggredito, insieme alla moglie, da più persone subendo un furto di gioielli e di 3mila euro contenuti in una borsa. Sempre nello stesso giorno la sua famiglia avrebbe subito una seconda rapina nel cortile di casa, nella quale sette uomini avrebbero aggredito due suoi figli e portato via una collana alla nuora.

A questo punto sono scattate le indagini dei Carabinieri della Stazione di Roma – Ponte Galeria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma.

Roma, rappresaglia dopo video su Tik Tok: cinque arresti

Grazie alle testimonianze raccolte e all’acquisizione dei filmati di videosorveglianza,  si è appurato che le due rapine non erano mai avvenute.

Nel frattempo erano stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a suo carico.

Secondo quanto scoperto la persona che aveva denunciato il fatto, era stato colui che aveva aggredito e rapinato uno dei soggetti da lui accusati.

Dopo il primo episodio denunciato, la persona aggredita avrebbe organizzato una spedizione diretta all’abitazione dell’altro, colpendo i familiari e danneggiando le auto.

Con le successive perquisizioni domiciliari, inoltre, i Carabinieri hanno scoperto due mazze da baseball e un tubo in ferro, utilizzati nel corso della spedizione punitiva.