Omicidio dell’infermiera, la sorella: “Qualcuno ha aperto il portone all’assassino”

La testimonianza a "La Vita in diretta" la sorella di Rossella Nappini, l'infermiera assassinata 

Rossella Nappini

Ho grossi dubbi che l’assassino abbia ucciso da solo. Mi affido alla polizia che indaga. Non ci resta altro“. La sorella di Rossella Nappini, l’infermiera uccisa con 45 coltellate nell’androne di casa a Roma, chiede giustizia e sostiene che il presunto assassino sia stato spalleggiato da qualcuno.

La testimonianza a “La Vita in diretta” la sorella di Rossella Nappini, l’infermiera assassinata

Di sicuro qualcuno gli ha aperto il portone, lascia intendere ritenendo che sia Rossella che tanto più la madre non avrebbero mai lasciato entrare Abdil, il marocchino di 45 anni arrestato per l’omicidio premeditato della sorella.

Io voglio che esca fuori tutta la verità – ha detto Monica Nappini in una intervista a La Vita in Diretta -. Sono sicura che questo… una mano gli è stata data, non può essere che ha ucciso da solo mia sorella. Devo lottare per lei, per la persona che era. E assolutamente, io finché non so, non mi fermo. Voglio giustizia, per lei“.

Nessuna confessione e l’arma del delitto fatta sparire. In mano agli investigatori indizi dalle celle telefoniche che collocherebbero il 45enne magrebino con cui l’infermiera aveva avuto una breve relazione nel quartiere il giorno del delitto e la testimonianza di un condomino che lo avrebbe visto e forse gli avrebbe anche aperto il portone.

Certamente qualcuno deve aver aperto, perché mia madre non lo avrebbe mai fatto – ha chiarito nell’intervista Monica Nappini – L’assassino ha aspettato che scendesse mia sorella nell’androne e l’ha colpita, l’ha colpita con queste coltellate, tante“.

Mia madre mi ha detto di aver visto Adil che si allontanava con molta calma, dal cortile, e poi lei è scesa e quando è scesa, ha trovato mia sorella distesa per terra, ha cominciato ad urlare, mi ha chiamato dicendomi ‘Rossella è morta, Rossella è morta’.

Il corpo era tutto un massacro. Addirittura nelle gambe era piena di tagli“, ha concluso la sorella dell’infermiera.

Adil non parla

Adil finora, però, non ha provato nemmeno a difendersi, ma ha scelto di rimanere in silenzio.

Dopo una battuta informale senza valore probatorio che avrebbe detto per sfogo ai poliziotti (“Solo io”) non avrebbe fatto ammissioni, compreso il giorno dell’interrogatorio di garanzia.

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Un post della sorella di Monica Nappini