Via Cristoforo Colombo: morti annunciate con i turisti costretti ad attraversare a raso

Sono morti annunciate quelle dei due turisti travolti su via Cristoforo Colombo: il faraonico progetto del sottopasso giace in un cassetto. Turisti del campeggio costretti alla roulette russa

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E’ una roulette russa quella che i turisti che soggiornano al campeggio di via di Malafede sono costretti a fare ogni giorno e più volte. Per raggiungere la fermata del bus che porta all’Eur sono costretti ad attraversare la Cristoforo Colombo, la strada più pericolosa di Roma. E la tragedia non è infrequente.

Sono morti annunciate quelle dei due turisti travolti su via Cristoforo Colombo: il faraonico progetto del sottopasso giace in un cassetto. Turisti del campeggio costretti alla roulette russa

Due morti si aggiungono oggi sulla coscienza di un’amministrazione, quella capitolina, dimostratasi incapace in decenni di mettere in sicurezza un incrocio maledetto, quello tra via Cristoforo Colombo e via di Malafede. La magistratura stabilirà le responsabilità della drammatica morte dei due turisti ma un dato è certo: nonostante la massa di milioni stanziata fin dai tempi di Gianni Alemanno sindaco di Roma (2008/2013) e nonostante l’avvio del cantiere sotto Virginia Raggi sindaco (2016/2021), i lavori per la realizzazione di un sottopasso nel quale incanalare la via Cristoforo Colombo sono fermi e la realizzazione del progetto resta un’utopia.

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Il tratto della Cristoforo Colombo dove è avvenuta la tragedia – conaledieci.it

L’obiettivo di quell’opera (previsti 11 milioni scesi poi a 6,9 con il ribasso d’asta) era quello di limitare la superficie attuale a un traffico di complanari di smistamento locale e “intubare” la via Cristoforo Colombo, eliminando di fatto gli attraversamenti e fluidificando la circolazione pendolare. Nel 2018 l’avvio del cantiere con l’abbattimento dei pini coinvolti dal nuovo tracciato e con la messa a punto dei saggi archeologici.

Da subito si conoscevano due criticità che avrebbero reso complessa l’opera: la presenza di importanti reperti archeologici e la necessità di imbrigliare la fonte d’acqua spontanea del Fosso del Fontanile. A scendere in campo per la salvaguardia storica dell’area nel 2020 è stata una rete di associazioni capeggiata dall’ex assessore all’Urbanistica di Roma sotto la prima Giunta Raggi, Paolo Berdini.

Ci aveva visto giusto l’ex assessore perché da almeno due anni su quell’area non si notano operai o movimenti meccanici per proseguire il lavoro. Il 2 agosto scorso anche la consigliera comunale Mariacristina Masi (Fratelli d’Italia) ha sollevato perplessità e interrogativi sull’opera, impegnando con un ordine del giorno il sindaco a reperire i fondi per il completamento dei lavori.

Le morti di oggi, rilanciano il tema. E gettano una luce anche su un altro aspetto, altrettanto importante: i passeggeri dei bus diretti a Roma ospiti del vicino campeggio, quindi essenzialmente turisti, sono costretti ad aspettare il passaggio del mezzo su mezzo metro di marciapiedi, senza una pensilina che li protegga dal sole o dal maltempo. Esporti, perdipiù, anche loro ai rischi di investimento qualora un automobilista perdesse il controllo del proprio veicolo.