Roma: un furto davvero “d’oro” sul quale indaga la polizia, dopo che un passeggero che transitava nei pressi della stazione Termini ha denunciato alle forze dell’ordine di essere stata derubata del trolley, che all’interno conteneva denaro, gioielli ed effetti personali del valore di circa 300mila euro.
Uno dei due algerini è stato denunciato per furto aggravato e l’altro è ancora latitante
Il furto è stato commesso lo scorso venerdì 4 agosto all’interno della stazione Termini di Roma.
Complessivamente, tra contanti, orologi e preziosi, difatti, dentro a questo trolley preziosissimo, c’era un valore complessivo di 300mila euro e la persona derubata ha subito denunciato i fatti alla polizia non appena incontrato gli operanti che da tempo pattugliano la stazione Termini, nota zona dove crimini e risse, spesso tra clochard, sono purtroppo frequentissimi e dove un polacco a ridosso dello scorso Capodanno ha accoltellato una turista israeliana, venendo condannato a 7 anni di carcere.
Resta da vedere se i due malviventi che sono stati arrestati sapessero tutto questo, ma in ogni caso, gli agenti del commissariato Viminale, raccolta la denuncia della vittima, sono riusciti a incastrare ed arrestare i due “manolesta” grazie all’analisi delle telecamere di videosorveglianza che disseminano la zona del principale scalo ferroviario capitolino.
La polizia è riuscita a risalire all’identità dei responsabili del furto, si tratta di 25 e 28 anni che sono stati trovati dopo varie perlustrazioni.
Si è scoperto che i due nordafricani avevano ingannato la vittima distraendola per poi derubarla del prezioso trolley e scappare.
Attualmente uno dei due criminali è stato trovato e denunciato per furto aggravato, mentre l’altro suo complice resta ricercato.
Uno dei due algerini è stato dunque trovato a Roma, in zona Torre Gaia, periferia est della Città eterna con ancora in loro possesso il trolley che è stato restituito al legittimo proprietario.
Come sempre ricordiamo che tutti gli indagati e i denunciati sono da ritenere presunti innocenti in attesa di una eventuale sentenza di condanna definitiva, con le prove che si formeranno nel corso del processo.
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