Ostia, il Consiglio di Stato: “Gara per gli stabilimenti valida, quell’impianto va ceduto”

Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar che aveva annullato la gara per la concessione di 26 stabilimenti balneari indetta dal M5S. Il Comune deve applicare la sentenza

canaledieci

C’è uno stabilimento balneare di Ostia che dovrà essere trasferito in concessione a un altro soggetto diverso da quello che storicamente lo gestisce. Si tratta del V-Lounge: i titolari hanno perso il ricorso al Consiglio di stato con il quale il vincitore della gara d’affidamento ha diritto di subentrare sin da subito.

Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar che aveva annullato la gara per la concessione di 26 stabilimenti balneari indetta dal M5S. Il Comune deve applicare la sentenza

Colpo di scena nella vertenza avviata dalla precedente amministrazione Cinquestelle e annullata prima dal Tar poi dall’attuale maggioranza di sinistra. La Sezione Settima del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalla società GB Srl, vincitrice del bando per l’affidamento in concessione di 46 stabilimenti (prima 37, poi 9) indetto dalla Giunta Di Pillo a dicembre 2020. Il Tar del Lazio (sezione Seconda) aveva decretato che quel bando era illegittimo per un vizio di incompetenza e il X Municipio, appena insediatosi il presidente Mario Falconi, aveva annullato in autotutela la graduatoria.

Con sentenza del 13 giugno 2023 viene messa la parola fine alla querelle. L’oggetto della disputa è il lussuoso stabilimento balneare V-Lounge, indicato come lotto 19: a classificarsi al primo posto nella graduatoria del bando municipale per la concessione temporanea (un anno rinnovabile al massimo per un altro anno) fu la GB Srl.

Il Consiglio di Stato ha sentenziato che l’assenza di un Pua (Piano di utilizzazione degli arenili) non è “presupposto indispensabile per l’avvio della procedura ad evidenza pubblica“. Il regolamento regionale 19/2016 stabilisce, infatti, che “in casi eccezionali i Comuni possono provvedere, nelle more dell’approvazione e/o dell’adeguamento dei PUA comunali, al rilascio di concessioni temporanee di durata pari o inferiore alla stagione balneare”. E questo “nelle more dell’approvazione e/o dell’adeguamento dei PUA comunali”, senza consentire una (ulteriore ed illegittima) proroga delle concessioni demaniali in essere.

E, nel valutare l’annullamento del bando di gara, non può essere invocata neanche la straordinarietà delle proroghe stabilite per la pandemia da Covid per “l’esaurimento degli effetti della disposizione invocata (29 giugno 2022)”.

Smacco anche per la Federbalneari che il Consiglio di Stato ha considerato, come aveva già fatto il Tar del Lazio, “inammissibile nell’intervento ad adiuvandum esperito dalla Federbalneari, in quanto associazione priva di un interesse sostanziale nella presente controversia”.

Prossima mossa nelle mani del Comune di Roma

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato la questione passa nelle mani del Comune di Roma e per esso del X Municipio. Spetta all’ente locale, infatti, rilasciare la concessione “in via temporanea” alla GB Srl ma è difficile ipotizzare che questo possa avvenire, anche per ragioni di ordine pubblico, prima della fine dell’attuale stagione balneare.

Effetti ancora più dirompenti si potrebbero avere se X Municipio o Comune di Roma decidessero di effettuare una nuova gara d’evidenza pubblica seguendo le direttive del Consiglio di Stato. Ciò significherebbe che i 45 stabilimenti balneari che hanno la concessione scaduta il 31 dicembre 2020 rischiano tutti di passare di mano ancor prima del via libera del Governo all’applicazione della direttiva Bolkestein.