Nettuno, il corpo murato in Spagna è di Sibora. La famiglia chiede aiuto al Comune

La famiglia della giovane scomparsa nove anni fa chiede giustizia e aiuto economico per il rientro del corpo della ragazza

Nettuno stipendi

Il test del Dna ha confermato che il corpo trovato murato in un appartamento di Torremolinos appartiene a Sibora Gagani, la ragazza di origini italo-albanesi, residente a Nettuno, scomparsa 9 anni fa in Spagna. La famiglia chiede giustizia ma, in questo momento, anche aiuto per riportare Sibora in Italia e darle degna sepoltura. Le spese di rimpatrio e gli adempimenti burocratici sono molto onerosi e i legali che difendono la mamma di Sibora che non ha mai perso la speranza di ritrovare la figlia considerano anche la possibilità di chiedere aiuto al Comune di Nettuno.

La famiglia della giovane scomparsa nove anni fa chiede giustizia e aiuto economico per il rientro del corpo della ragazza

I test genetici effettuati in Spagna sul cadavere rinvenuto in Spagna lo scorso 6 giugno 2023 hanno confermato che i resti appartengono a Sibora Galgani, cittadina 22enne di Nettuno scomparsa nove anni fa. Le ultime notizie pervenute dalla giovane di origini italo-albanesi risalivano al mese di luglio del 2014, poi il silenzio. La mamma, Elisabetta Shahini non ha mai perso la speranza di poterla ritrovare. Il 17 maggio scorso la svolta. Il presunto assassino di Sibora, Marco Gaio Romeo, già detenuto per l’omicidio della sua ex compagna Paula, uccisa con 14 coltellate prima che conoscesse Sibora, ha infatti condotto gli inquirenti spagnoli nell’appartamento in cui aveva occultato il cadavere della giovane nettunese.

L’obiettivo della famiglia è di riportare al più presto i resti della ragazza in Italia e poter celebrare il funerale. Ma c’è un ostacolo di non secondaria importanza, le spese legali e amministrative per il rientro sono molto onerose e la mamma di Sibora che ha cresciuto anche gli altri figli con grande affetto ma anche tante difficoltà economiche non ha danaro sufficiente per poterle affrontare. Di qui l’iniziativa dell’avvocato della donna, Emanuela Di Marco di poter eventualmente rivolgersi al Comune per ottenere aiuto finanziario.

Dopo i funerali la famiglia di Sibora che voleva avere dei figli e, nel cassetto anche il sogno di diventare insegnante è fermamente decisa a chiedere giustizia. La mamma non aveva mai creduto all’ipotesi di un allontanamento volontario anche perché il presunto assassino che, secondo i risultati dell’autopsia l’avrebbe accoltellata alle spalle aveva sempre negato di aver più rivisto Sibora dal giorno della sua sparizione.