Roma, l’acqua della Fontana dei Quattro Fiumi tinta di nero: il nuovo blitz di Ultima Generazione

Attivisti di Ultima Generazione gettano carbone nella Fontana dei Quattro Fiumi. Il gesto green commentato dall'Assessore alla cultura: "Sono ecoidioti"

Roma: eravamo ormai abituati a denunciare bagni abusivi di turisti scriteriati in cerca di emozioni già in questo periodo dell’anno, nelle monumentali fontane capitoline. Ma il blitz di oggi avvenuto per mano degli attivisti di Ultima Generazione, non ha nulla a che fare con questi gesti di mero esibizionismo, seppur gravi per la tutele del patrimonio.

Un gruppo di manifestanti, sotto gli occhi di una Piazza Navona affollata di sabato pomeriggio, ha gettato all’interno della vascone, del carbone vegetale che ben presto si è diffuso in tutto lo specchio d’acqua, dando alla fontane un aspetto spettrale. Non contenti ci sono entrati dentro mettendo ulteriormente alla berlina e a rischio l’opera scultorea.

Attivisti di Ultima Generazione gettano carbone nella Fontana dei Quattro Fiumi. Il gesto green commentato dall’Assessore alla cultura: “Sono ecoidioti”

Carbone in acqua nella Fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona, questo l’ultimo gesto messo a segno dagli attivisti di Ultima Generazione nel pomeriggio di oggi, che si stanno spingendo sempre più in là in un terreno minato fatto di dissenso, per protestare contro un futuro nera per i giovani e l’ambiente.

Nella fontana monumentale diventata una pozza nera e un campo per una battaglia ambientalista suo malgrado, in due si sono poi  calati per esporre i cartelli di protesta contro le emissioni e per il loro azzeramento. Non con poche reazioni da parte della gente.

Ed una delle prime è stata quella del procuratore aggiunto di Roma Angelantonio Racanelli, responsabile del pool di magistrati per la tutela del patrimonio culturale: “Ci risiamo: ancora una volta siamo costretti ad assistere a manifestazioni illegali che mettono in pericolo il nostro patrimonio artistico. Occorre pensare ad iniziative legislative per fermare questi fenomeni, per esempio prevedendo l’arresto facoltativo per ipotesi di violazione dell’articolo 518 del codice penale».

Dure anche le critiche dell’assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor: “Gli ecoidioti colpiscono ancora. A poco più di un mese dallo sversamento di vernice nera nella fontana della Barcaccia di piazza di Spagna, eccoli di nuovo in azione con le stesse modalità, stavolta alla Fontana dei Quattro Fiumi di piazza Navona. Un altro atto di vandalismo insensato che, con la scusa di voler portare avanti una ‘battaglia’ rischia solo di danneggiare un monumento di Roma che è patrimonio dell’umanità intera. Ribadiamo sdegnati che i monumenti non sono palcoscenici in cui mettere in scena spettacoli surreali ma opere delicate e senza tempo da trattare con tutt’altro rispetto“.

Mentre per questi giovani, ogni cosa sembra resa lecita dalla grande causa ambientalista, certamente condivisibile, ma che espressa attraverso questa prepotenza culturale, sembra più un panzer che passa sopra a tutti e tutto:

Il nostro futuro è nero come quest’acqua: senza acqua non c’è vita e con l’aumento delle temperature siamo esposti alla siccità, da un lato, e alle alluvioni, dall’altro. Acqua che manca per coltivare il cibo, acqua che cade tutta insieme distruggendo le case. Ci aspettano anni difficili, ma se non azzeriamo le emissioni subito saranno terribili.
Abbiamo versato carbone vegetale diluito in acqua nella Fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona per lanciare l’allarme sul futuro nero che attende l’umanità e che si sta già manifestando con siccità e alluvioni” l’incipit di una lunga motivazione poi diffusa a cose fatte.

Attivisti denunciati e fontana ripulita dai tecnici. Il sindaco: “Stavolta è stato alto il rischio di danneggiare un bene inestimabile”

Sono in tutto quattro i giovani attivisti responsabili del blitz di oggi pomeriggio e dello scempio che ha macchiato l’interno del vascone della fontana del Bernini. Subito dopo i gesto sono stati fermati e denunciati, grazie all’immediato l’intervento della polizia locale di Roa Capitale.
E’ stato poi il tempestivo intervento dei tecnici di Acea ad impedire che il carbone si depositasse così a lungo da macchiare irreparabilmente l’opera scultorea. Il nero è stato prontamente rimosso. Si trattava di polvere di carbone vegetale che aveva già colorato il fondo del monumento.
“E’ stata la tempestività dell’intervento della Polizia Locale e di Acea ad impedire che i danni fossero permanenti – ha spiegato il primo cittadinola polvere è rimasta nella parte inferiore della vasca dove lo spesso strato di calcare l’ha protetta, ma se il liquido nero si fosse depositato su altre parti più porose del monumento sarebbero potute rimanere delle tracce con un danno irreparabile. È veramente irresponsabile mettere a rischio in questo modo dei beni inestimabili che sono patrimonio dell’umanità. Il costo dell’operazione di ripristino è stato quantificato in circa 5 mila euro ma il danno all’immagine è assai maggiore e il rischio incalcolabile“.