Roma, obbligavano la figlia 14enne a mendicare e la picchiavano: genitori a processo

I genitori di nazionalità bosniaca, che erano stati arrestati mesi fa grazie alla denuncia delle violenze subite dalla figlia minorenne, andranno ora a processo

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Immagine di repertorio.

Roma:i genitori della 14enne che avevano ridotto in schiavitù loro figlia, promettendola in sposa ad un uomo, finiranno a processo. Questo l’esito delle indagini di un caso del quale vi abbiamo parlato a novembre scorso e che vedeva coinvolti due bosniaci.

I genitori di nazionalità bosniaca, che erano stati arrestati mesi fa grazie alla denuncia delle violenze subite dalla figlia minorenne, andranno ora a processo

La giovane aveva avuto la forza di far arrestare i genitori, denunciandoli, e portando il quadro accusatorio a consolidarsi.

Ora la coppia di aguzzini bosniaci dovrà presentarsi a processo.

I due indagati, già arrestati mesi fa, di 41 e 36 anni, hanno a loro carico anche l’aggravante di essere indagati per reati commessi ai danni di minore.

La 14enne aveva dato il via ai rilievi andando a denunciare i soprusi e le violenze che subiva da anni all’interno di casa propria, con offese verbali e percosse, vivendo da schiava, obbligata dai genitori a chiedere l’elemosina nei pressi di un market e venendo promessa in matrimonio ad uno sconosciuto in cambio di denaro

I magistrati, nella loro requisitoria, hanno appurato come i due genitori fossero personalità aggressive, violente e prevaricatrici, che volevano trarre vantaggi economici utilizzando la figlia per soddisfare le loro personali esigenze, obbligandola a fare accattonaggio, insensibili al disagio della figlia stessa, senza rispettare l’obbligo di mandarla a scuola e di far fronte all’esigenze basilari della quattordicenne.

In buona sostanza il quadro iniziale fatto a suo tempo dal Giudice Per le Indagini preliminari è stato confermato nelle successive indagini anche dopo l’ordinanza di custodia cautelare contro i genitori, che ora saranno processati.

Dai dettagli ottenuti dalla minorenne, si è scoperto che quest’ultima veniva picchiata quotidianamente, imponendo l’arrivo dei servizi sociali e riducendola in un grave stato di soggezione per indurla a fare l’elemosina.

La minore, spiega il Giudice per le Indagini Preliminari, “Era ridotta in questo stato da anni, senza poter far nulla per opporsi e far valere il suo disagio, in luoghi frequentati anche dai suuoi insegnanti e dai genitori dei suoi compagni di scuola, per anni, senza riuscire mai a far valere il suo desiderio di studiare e seguire le lezioni”.

Gli inquirenti hanno inoltre appurato che queste condotte violente sarebbero state compiute anche contro i fratelli della ragazzina.

Infine ora si attende, nel corso dell’udienza prevista per la settimana entrante, di capire se i due imputati usufruiranno del processo con rito abbreviato o compariranno davanti la Corte D’Assise.

Come sempre in questi casi, ricordiamo che i due imputati sono da considerarsi presunti innocenti in attesa di una eventuale sentenza di condanna definitiva e che le prove si formano nel corso del processo.