Roma, caporalato nelle piattaforme di food delivery: bloccati gli account per uso fraudolento

Cedevano le credenziali d'accesso per mantenere il lavoro con la piattaforma di food delivery: operazione "rider" anche a Roma. Eliminati gli account che arricchivano il caporalato

Proseguono i controlli per portare allo scoperto una nuova forma di caporalato nella Capitale, sempre più diffuso con l’esplosione delle piattaforme di food delivery, e che sfrutta l’esercizio dell’attività di ciclo fattorino, i cosiddetti “rider”.

Una maxi operazione messa in atto nelle ultime ore dai militari del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro e gli agenti della Polizia Locale, ha effettuato un controllo straordinario nelle attività del centro, individuando forme di sfruttamento lavorativo realizzate attraverso la cessione delle credenziali di accesso alle suddette piattaforme. 

Cedevano le credenziali d’accesso per mantenere il lavoro con la piattaforma di food delivery: operazione “rider” anche a Roma. Eliminati gli account che arricchivano il caporalato

Agivano attraverso l’illecita cessione di account in modo volontario, mettendo provvisoriamente a disposizione di terzi le credenziali di login per non essere sloggati o penalizzati nel ranking, non potendo svolgere personalmente la prestazione per periodi più o meno lunghi, a causa di infortuni, malattia, o rientro in patria per gli stranieri.

Una dinamica scoperta dalle forze dell’ordine, e messa in atto dai “rider”, nel loro caso senza pretendere alcun beneficio economico e al solo scopo di mantenere in essere il rapporto di lavoro con la/le piattaforma/e; mentre per il cosiddetto caporale che gestiva il tutto, c’erano lauti guadagni percentuali legati alla cessione dell’account ad un’altra persona (rider), che materialmente eseguiva la prestazione lavorativa della consegna, con previa trattenuta di una quota del guadagno giornaliero operata dallo stesso titolare dell’account.

Se ciò non bastasse, l’esistenza e lo sviluppo di numerosi episodi di cessioni di account con l’intermediazione di manodopera tra il proprietario dei dati di account e l’effettivo prestatore di manodopera si portano dietro anche altri gravi illeciti. Tra questi anche il fatto che gli account sarebbero registrati sulle piattaforme anche (e spesso) tramite l’utilizzo di documenti falsi.

Nell’indagine più ampia che comprende anche la Capitale, sono state riscontrate 92 cessioni di account, per cui saranno interessate 36 Procure della Repubblica competenti per l’ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (Caporalato).

Al termine delle attività, le maggiori società di food delivery interessate, si sono trovate coinvolte e nella necessità di collaborare per l’eliminazione degli account in cessione o a qualsiasi titolo utilizzati fraudolentemente, al fine di impedire la prosecuzione delle condotte illecite. Le stesse società che dovessero ancora trovarsi in analoghe situazioni di irregolarità, dovranno interrompere i rapporti lavorativi collegati.