Roma: blitz a sorpresa degli attivisti davanti al Palazzo della Regione Lazio questa mattina contro il “Piano straordinario quinquennale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica attuabile mediante abbattimento e cattura”.
La manifestazione è stata decisa per protestare contro il rischio che l’emendamento, approvato dalla Commissione di Bilancio della Camera dei deputati e parte della Legge di Bilancio 2023, con l’approvazione della stessa, consentirĂ ai cacciatori di sparare alla fauna selvatica.
Momenti di tensione sedati dalla Polizia di Stato durante la protesta contro l’emendamento sulla caccia alla fauna selvatica: il presidio degli attivisti davanti alla Regione Lazio
Decine di persona tra attivisti e animalisti contro la caccia – ovunque venga praticata -, si sono ritrovate stamattina di fronte al palazzo della Regione Lazio con striscioni e megafono per esprimere con forza il loro dissenso circa il rischio di applicazione del “Piano straordinario quinquennale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica attuabile mediante abbattimento e cattura”.
La manifestazione di questa mattina sarebbe stata autorizzata, ma dopo che gli attivisti si sono posizionati sul marciapiede ed hanno srotolato gli striscioni, e con megafono alla mano hanno iniziato ad elencare le motivazioni della protesta, dopo pochi minuti l’aria è diventata tesa, perchĂ© ignoti si sono avvicinati ai manifestanti cercando di strappargli dalla mani i cartelli che tra le varie riportavano offese rivolte in primis all’Assessore D’Amato, tacciato di essere “un ladro”.
Dalla resistenza degli attivisti al farsi togliere i cartelli, lo scontro è diventato una colluttazione e poi una rissa tra diversi soggetti che ha richiesto l’intervento degli agenti di Polizia di Stato giĂ presenti sul posto per controllare l’evolversi della situazione.
Nel corso della mattinata i manifestanti non si sarebbero fermati alla sede della Regione. Era infatti trapelata la volontĂ di manifestare, e in quel caso senza preavviso alle forze dell’ordine, alla sede romana di Fratelli d’Italia.
La protesta secondo quanto diffuso, si è di fatto spostata a Via della Scrofa, con toni accesi contro la parte politica promotrice dell’emendamento che potrebbe rendere effettiva l’attivitĂ venatoria anche in zone vietate alla caccia e in aree urbane, sotto il coordinamento del Comando unitĂ per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, che si avvarrebbe dei cacciatori riconosciuti, delle guardie venatorie e degli agenti delle Polizie locali e provinciali munite di licenza.
Obiettivo principale è inutile nasconderlo, sono cinghiali che potranno essere abbattuti e sottoposti ad analisi igienico-sanitarie, che se li riterranno sicuri, li destineranno al consumo alimentare.
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