Torturò e uccise l’anziana che assisteva: badante condannata a 24 anni

Per la badante una 50enne ucraina la procura puntava all'ergastolo. La vittima una 81enne dell'Infernetto, Maria Luisa Lombardi

Condanna a 24 anni di reclusione per Lyubov Tkachuk la badante kazaka con cittadinanza ucraina accusata dell’omicidio di Maria Luisa Lombardi, la pensionata 81enne e invalida dell’Infernetto che assisteva e che in un pomeriggio di lucida follia aveva torturato per ore e senza un perché fino a causarle la morte, nel giugno 2020, dopo settimane di agonia.

Per la badante una 50enne ucraina la procura puntava all’ergastolo. La vittima una 81enne dell’Infernetto, Maria Luisa Lombardi

L’anziana era stata trasportata al San Camillo il 7 maggio dalla villetta di via Francesco Cilea, all’Infernetto, dove viveva con la figlia. “E’ caduta”, aveva detto la badante alla figlia dopo averla pestata di botte e scaraventata più volte giù dal letto.

A incastrare Lyubov Tkachuk, però, furono le immagini del sistema di video sorveglianza che registrarono tutte le violenze.

La sentenza per la donna è stata emessa ieri, giovedì 6 ottobre, dalla III Corte di Assise di Roma dopo oltre sei ore di camera di consiglio.

I giudici hanno condannato la badante per l’accusa di omicidio riconoscendo l’aggravante della crudeltà e assolvendola invece dall’imputazione di maltrattamenti per episodi di mesi prima.  Riconosciuta una provvisionale di centomila euro per ognuna delle parti civili.

Per Tkachuk la pm Daniela Cento, titolare dell’inchiesta, aveva chiesto la condanna all’ergastolo.

Era stata proprio il magistrato, grazie a un video estrapolato da un impianto interno alla villetta e con le informative dei carabinieri, a ricostruire l’orrore.

La sequenza dell’omicidio

Era il pomeriggio del 7 maggio del 2020. La sequenza è agghiacciante.

Alle 16.55 la badante trascina la signora giù dal letto afferrandola per i piedi, poi si ritira per un po’ nella sua stanza. Alla fine, dopo avere riposizionato la donna nel suo letto, le sferra una ventina di gomitate al volto e al torace.

Alle 18.44 torna dall’anziana e stavolta la scaraventa a terra prendendola per la testa. Subito dopo cambia le lenzuola, pulisce il pavimento, con uno strofinaccio tampona il viso della signora che perde sangue. Non soddisfatta le spruzza in faccia un prodotto per la pulizia, forse uno sgrassatore o forse Viakal. Ogni tanto sbatte ancora la testa dell’anziana sul pavimento, passa ancora lo straccio, controlla il battito cardiaco.

La pensionata morirà il 9 giugno in ospedale.

Al fine di verificare il corretto operato del personale medico, il pm aveva disposto anche una seconda perizia. Nessun dubbio, però: a causare la morte “l’emorragia subdurale acuta e i politraumi contusivi fratturativi causati dalle reiterate percosse”. Poche parole che avevano chiuso definitivamente il caso. Ora la condanna della badante, che però, ha lasciato del malcontento.

Esprimo soddisfazione per la acclarata responsabilità penale in ordine al reato di omicidio aggravatocommenta l’avvocato Maria Marmo, il legale che assiste la famiglia della vittimaRimane tuttavia l’amaro in bocca e ci lascia perplessi l’assoluzione per maltrattamenti. Per noi è evidente che le atrocità perpetrate quel maledetto 7.5.2020 , ricordo su una signora ultraottantenne e malata di Alzheimer, siano state solo l’epilogo di violenze intraprese da tempo.

“Aspettiamo in ogni caso di leggere le motivazioni della sentenza, che comunque non ritengo renda piena giustizia alla vittima e ai suoi familiari”, aggiunge il legale.

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Anziana uccisa all’Infernetto: terminate le indagini. La badante rischia l’ergastolo