Udienza preliminare Elena Aubry: chiesti una condanna e sette rinvii a giudizio

Elena Aubry. La pm ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per sette persone e la condanna a due anni per l'unico imputato che aveva chiesto il rito abbreviato

elena aubry

Finalmente, dopo ben due rinvii, si è tenuta l’udienza preliminare del procedimento per la morte di Elena Aubry, la 26enne che nel 2018 perse la vita in sella alla sua moto sulla via Ostiense all’altezza di Ostia.

Elena Aubry. La pm ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per sette persone e la condanna a due anni per l’unico imputato che aveva chiesto il rito abbreviato

Fra gli imputati, accusati di omicidio stradale in concorso, ci sono sei funzionari comunali, tra cui due ultimi direttori del Simu (dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana) mentre la condanna a due anni in abbreviato è stata chiesta per Alessandro Di Carlo, responsabile della sorveglianza della ditta vincitrice dell’appalto per la manutenzione della strada. Chiesto il rinvio a giudizio anche per il responsabile della Esgra.

Ora bisognerà attendere il 16 novembre per sapere quale sarà la decisione del Gup. Presente in aula, ovviamente, anche la madre di Elena, Graziella Viviano: “E’ ormai chiaro che questo non è il processo di Elena – ha dichiarato – La sua vicenda ha da subito cominciato a cambiare l’approccio verso questo genere di incidenti, verso queste assurde morti. Elena non tornerà da me, questi sono processi che, comunque vadano, non si vincono, ma avranno salvato delle vite e aiutato molte famiglie, che hanno perso un caro ad avere giustizia”.

“Elena era una motociclista doc e se è morta lei possono morire tutti gli altri motociclisti e quindi questo vuol dire che le cose devono cambiare. Non porteranno ridarmi mia figlia, ma spero che ci sia “un punto a capo”. Dobbiamo smetterla di far morire le persone sulle strade per delle cose assurde come radici e buche. Il 45% degli incidenti stradali ha come concausa la strada e la prima causa della morte per i giovani è l’incidente stradale. La condanna porterà a una maggiore attenzione dei gestori delle strade e ciò significherà non far morire le persone”, ha concluso Graziella Viviano.

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