Roma, disabile morì nell’incendio di casa sua: sotto esame la posizione della moglie

La posizione della moglie della vittima, in merito all'incendio, sarà valutata attentamente dagli inquirenti

immagine di repertorio

Roma: Franco Rosati, 75enne disabile affetto da Alzheimer, morì nell’incendio che scoppiò lo scorso 23 maggio nel suo appartamento all’Aurelio, in via Agostino Richelmy (leggi qui) e adesso la moglie è indagata per chiarire la sua posizione in merito al rogo.

La posizione della moglie della vittima, in merito all’incendio, sarà valutata attentamente dagli inquirenti

L’ipotesi che è tuttora al vaglio degli inquirenti è che la moglie abbia trafficato con un accendino vicino al letto dove si trovava quel giorno il consorte e abbia causato il rogo – da valutare se volontariamente o involontariamente, questo è il punto chiave.

A quel punto poi le fiamme sarebbero divampate scatenando l’inferno.

Del caso si stanno occupando i carabinieri della Stazione San Pietro, interrogando anche i due nipoti adolescenti della vittima, che quel giorno di maggio erano presenti insieme alla moglie di lui e si sono salvati solo grazie al pronto intervento dei vigili del fuoco.

Il badante del signore era invece in pausa in quel momento e si trovava all’esterno dell’appartamento.

L’uomo era a letto e non riuscì a salvarsi la vita, cosa che invece riuscì a moglie e nipoti.

La donna non ebbe la forza di sollevare e portare fuori dalla casa il corpo della vittima, cosa che non riuscì neanche ai vigili del fuoco, con la palazzina ormai avvolta in un nugolo di fuoco e fiamme.

Resta dunque da capire se il tragico evento della morte dell’anziano sia stato una pura fatalità o ci sia dell’altro. Ad oggi la donna è solo indagata e nei prossimi giorni la sua posizione verrà chiarita.

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